Sono molte le motivazioni per cui si intende cambiare conto corrente: l’importante è sapere che la scelta più vantaggiosa non sta semplicemente nei costi, ma anche nelle tipologie di attività che noi svolgiamo con la nostra banca. In questo articolo, però, cerchiamo di spiegare quali sono le procedure per effettuare il cambio da un conto all’altro, attraverso pochi e semplici passaggi. Il suggerimento fondamentale è il seguente: attivare per tempo e in anticipo il nuovo conto corrente per evitare di restare sprovvisti di carta di credito e bancomat.

Ecco, allora, cosa fare (si ringrazia il sito Facile.it).

Confrontare e scegliere prima di cambiare il conto corrente

Perché cambiare il conto corrente e come effettuare la scelta per un nuovo conto? Queste sono le domande fondamentali per comprendere la tipologia di prodotto che fa al caso nostro, a partire da considerazioni di fondo come i tassi di interesse più alti o i costi di gestione più bassi. Bisogna, però, scegliere in base alle proprie esigenze: le offerte, infatti, variano a seconda dell’utilizzazione che si fa del conto corrente, i coefficienti sono vari, dal numero di operazioni che si svolgono all’anno alla minore o maggiore necessità di effettuare determinate operazioni presso una filiale, fino alla possibilità di avere uno ‘scoperto’ di conto. Insomma, non si tratta soltanto di costi più bassi, ma di comprendere le proprie esigenze.

Come trasferire accrediti e addebiti: il secondo passo per il cambio di conto corrente

Se dopo un’attenta analisi delle offerte di mercato abbiamo preso la nostra decisione, allora occorre seguire la procedura per la ‘migrazione’. Innanzitutto, bisogna aprire il nuovo conto corrente presso l’istituto che abbiamo scelto: una volta comunicato alla nuova banca le coordinate del conto utilizzato fino a quel momento, sarà la nuova banca ad effettuare tutte le operazioni di ‘migrazione’ delle operazioni connesse – si va dall’accredito dello stipendio all’addebito delle bollette tramite domiciliazione bancaria fino al mutuo e alle altre forme di debito che eventualmente abbiamo contratto.

A partire dal cosiddetto Decreto Bersani sulle liberalizzazioni, il cittadino che intende cambiare conto corrente non deve pagare alcuna penale e l’unico elemento che può creare problema sono i prestiti vincolati al precedente conto: ci sono dei casi in cui è possibile trasferirlo al nuovo istituto, in altri occorre prima estinguerlo. Dunque, si tratta di uno degli elementi di cui tenere maggiore conto.

Quali sono i tempi di transizione quando si cambia il conto corrente?

Il passaggio da un conto corrente a un altro avviene quando non si hanno più operazioni attive sul vecchio e quando il conto (ovviamente) non risulta essere in rosso. Come già detto, il trasferimento non ha alcun costo aggiuntivo, ma la chiusura potrebbe averlo: bisogna, dunque, andare a vedere nelle condizioni contrattuali e, dunque, lasciare attivo sul vecchio conto la cifra che serve per la sua chiusura. Una volta effettuate tutte queste procedure, per chiudere definitivamente il conto, bisogna inviare una comunicazione scritta all’interno della quale si comunica la decisione di chiusura e si restituiscono le carte (di credito e bancomat) e il libretto per gli assegni. Tra i diritti delle banche, in questo contesto, vi è quello di caricare all’utente che sta ‘migrando’ i costi dell’invio dell’ultimo estratto del conto e le spese di gestione a partire dal 1° gennaio dell’anno in cui si effettua la chiusura.

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