A Striscia la Notizia, l’inviato Moreno Morello è tornato a parlare dei buoni fruttiferi postali Q/P con scadenza trentennale. In alcuni casi per tali titoli, infatti, erano stati usati vecchi moduli sui quali però mancava l’indicazione degli interessi da corrispondere dal 21° al 30° anno. Il risultato era che, a seconda dei moduli rilasciati, cambiavano gli interessi. Moreno Morello ha quindi fatto il punto della situazione e parlato dell’atteggiamento avuto da Poste Italiane. Ecco cosa comunica il servizio.

Buoni fruttiferi postali Q/P: come nasce il problema

Nel 1986 venne emessa la nuova serie di buoni fruttiferi postali Q/P.

L’inviato di Striscia comunica però che fu deciso di utilizzare dei vecchi moduli dandone comunicazione a Poste Italiane. I titoli vennero quindi timbrati  sul fronte e sul retro per far capire che si trattava di buoni di una nuova serie. Sul davanti era apposto infatti il timbro della serie Q/P e dietro la tabella con i nuovi interessi. Questi erano dell’ 8% fino al quinto anno, del 9% dal sesto al decimo anno, del 10,50% dall’undicesimo al quindicesimo anno e del 12% dal sedicesimo al ventesimo anno. Il problema è che tali titoli non erano ventennali bensì trentennali ed in molti casi Poste non ha comunicato gli interessi da corrispondere per ultimi dieci anni.

Quando i risparmiatori si sono poi recati a riscuotere i titoli hanno ottenuto interessi più bassi rispetto a quanto credevano. Gli interessi calcolati erano addirittura diversi da risparmiatore a risparmiatore. Su alcuni buoni fruttiferi postali c’era scritto che avrebbero fruttato circa 258.150 lire per ogni successivo bimestre degli ultimi dieci anni. Su altri, invece, 1.290,751 lire per ogni successivo bimestre mentre su altri 1.177,400 lire per tutti i bimestri degli ultimi dieci anni.

Poste Italiane non paga gli interessi riportati dietro alla tabella dei bfp Q/P

Nonostante i valori diversi su indicati, Moreno Morello, comunica che Poste Italiane non vuole sentire ragioni.

Per l’azienda, infatti, la cifra da corrispondere a tutti per gli interessi dal ventunesimo anno in poi è del 12%. Poste Italiane comunica infatti che così prevedeva il Decreto Ministeriale di giugno del 1986.

Alcuni risparmiatori hanno quindi presentato ricorso all’Abf ottenendo sentenza favorevole. L’intermediario dovrà corrispondere loro gli interessi riportati dietro ai buoni fruttiferi postali serie Q/P. L’inviato di Striscia ha però spiegato che gni risparmiatore ha ottenuto un giudizio diverso a seconda del Collegio di presentazione. Il parere di quello Nord, ad esempio, era diverso da quello del Centro o del Sud. Lo scorso anno, però, c’è stato un Collegio di Coordinamento e dal quel giorno l’Arbitro Bancario Finanziario ha deciso quasi sempre a favore del risparmiatore.

Il problema dei buoni fruttiferi postali Q/P non è risolto

L’avvocato Giulio Fragrasso all’inviato di Striscia la notizia comunica che Poste Italiane dopo le decisioni quasi unanimi del Collegio di Coordinamento non ha più adempiuto alle decisioni dell’Abf. Moreno si chiede quindi se rivolgersi all’Abf è una perdita di tempo. Ebbene Poste Italiane fa sapere di accettare l’arbitrato per rispetto dell’Arbitro Bancario e Finanziario. Quelle decisioni, però, non sono vincolanti per cui preferisce riproporre ogni volta la questione di fronte al Giudice ordinario. Per tale motivo i risparmiatori sono moto delusi.

L’inviato di Striscia ha poi letto una lettera di un risparmiatore scritta a Ilsole24ore nella quale comunicava di aver avuto una sentenza positiva il 1° luglio 2020 dall’Abf. Poste Italiane, però, si era rifiutata di corrispondere la somma che sarebbe andata in beneficenza. Ilsole24ore, però, ha fatto sapere che qualche tempo dopo la parrocchia è riuscita ad ottenere quella somma ma non è per tutti semplice. Poste Italiane preferisce infatti avvalersi di una nuova sentenza del Giudice Ordinario che può essere favorevole o non favorevole nonostante la prima vittoria del risparmiatore davanti all’Abf.


Moreno Morello ha quindi scritto al Ministero per chiedere delucidazioni in merito senza però ottenere risposta. Chiede quindi che si cominci a pensare di rendere vincolati le decisioni dell’Arbitro o che si indirizzano chiaramente i risparmiatori verso un giudizio efficace. O ancora per l’inviato di Striscia si dovrebbe trovare un accordo uguale per tuti i risparmiatori che si trovano coinvolti in tale pasticcio.

Leggi anche: Investire in Poste Italiane 250 euro: nuova truffa ai danni di Poste
[email protected]