Si torna a parlare di buoni fruttiferi postali prescritti ovvero di quelli per i quali i sottoscrittori hanno perso, se non verrà trovata una soluzione, non soltanto il capitale investito ma anche gli interessi.

Su questa tema spinoso è in atto un contenzioso con una prima pronuncia da parte dell’Authority garante della concorrenza (18 ottobre). Essa è stata poi comunicata a Poste Italiane lo scorso 4 novembre. Il problema dei bfp prescritti riguarda 30 mila risparmiatori che hanno sottoscritto 347 mila titoli per un ammontare complessivo di 404 milioni di euro che nel corso degli anni sono poi andati in prescrizione.

Al momento non si parla solo di bfp ma anche di Intesa Sanpaolo che è tornata sul mercato dei bond collocando con successo una nuova emissione subordinata di tipo Tier 2.

Intesa Sanpaolo torna nel mercato dei bond, torna in auge il tema dei buoni fruttiferi postali prescritti

È tornata sul mercato obbligazionario Intesa Sanpaolo emettendo un bond Tier 2 con cedola del 6,184% e data valuta 20 febbraio. Nella nota si legge che esso durerà 11 anni con la possibilità di essere richiamato a partire dai 3 mesi prima della data di reset della cedola al 6° anno.

Per Intesa si tratta della prima transazione per l’anno in corso nonché del ritorno sul comparto Eur T2 dopo due anni di assenza circa. Tale emissione ha superato 1 miliardo di ordini già dall’inizio dell’apertura raccogliendo, quindi, fin da subito l’interesse del mercato.

Bfp, la prescrizione

I buoni fruttiferi postali si prescrivono dopo dieci anni dalla scadenza. Quando si verifica tale condizione, si perde il diritto al rimborso: della cifra investita e degli interessi maturati.

Secondo l’Autorità, però, Poste Italiane avrebbe “omesso e/o formulato in modo ingannevole, informazioni essenziali relative ai termini di scadenza e di prescrizione di tali titoli”.

Per questo il consumatore sarebbe stato tratto in errore e Poste sanzionata.

L’azienda però ha presentato ricorso al Tar del Lazio per questa decisione a fine dicembre e ad oggi ancora non è stata fissata una data per l’udienza.

Il problema è tornato in auge

La questione dei buoni fruttiferi postali prescritti è tornata di nuovo in auge nelle scorse settimane. Valentina Barzotti del Movimento Cinque Stelle, infatti, ha presentato al Mef un’interpellanza urgente richiamandosi all’articolo 8 comma del Dm del 19 dicembre 2000 e chiedendo un rimborso dei crediti prescritti. Il comma 2 in questione comunica che Cdp ha la facoltà di disporre con un’apposita delibera del Cda il rimborso dei crediti prescritti a favore dei titolari dei bfp che ne facciano richiesta.

È arrivata poi la replica del Mef da parte di Lucia Albano che è la sottosegretaria di Stato. Quest’ultima ha sottolineato che la norma ha subito la revoca, come si evince dall’articolo 2 comma 2 del Decreto del 5 ottobre 2020. Ha aggiunto inoltre che nel frattempo i contenuti di informazione relativi ai buoni sono migliorati. Inoltre ha parlato di Poste comunicando che la società più volte ha ribadito di aver avuto una condotta trasparente durante la collocazione dei titoli.

La Federconsumatori ha però chiesto di fare chiarezza ed ha ribadito di aver riscontrato delle criticità nelle riscossione dei buoni fruttiferi postali. Per questo, ha spiegato, continuerà ad aiutare i tanti cittadini coinvolti nella vicenda legata alla prescrizione. Michele Carrus, il presidente dell’associazione ha infine aggiunto che “le carenze informative sulle caratteristiche, sulla scadenza e sulla prescrizione dei buoni, infatti, sono imputabili all’azienda e a nessun altro”. Non resta, quindi, che attendere la decisione del Tar.

[email protected]