I Btp Italia e i buoni fruttiferi postali proteggono dall’inflazione? Sicuramente i primi sono un ottimo scudo ma la protezione è più bassa rispetto alle oscillazioni dei prezzi.

Intanto, gli italiani (ma anche gli europei) che si ritrovano per la prima volta a fare i conti con questa tassa occulta (parliamo dell’inflazione) sono tanti. Sia la Fed che la Bce, quindi, per contrastare tale problema, sono scese in campo mediante rialzi del costo del denaro. Se questi funzioneranno, allora l’inflazione potrebbe normalizzarsi.

Attenzione: il rallentamento dell’inflazione, però, non vuole dire riduzione dei prezzi. Significa semplicemente che l’aumento annuale sarà meno intenso rispetto ai mesi precedenti.

Chi ha dei soldi fermi sul conto teme molto l’inflazione. Il motivo è che sa che la crescita dei prodotti che consuma quotidianamente fa abbassare il valore dei risparmi custoditi. Mantenendo ferme somme di denaro, infatti, come spiegano gli esperti, nel futuro si potranno acquistare meno prodotti rispetto ad oggi. Si cercano quindi delle soluzioni di investimento come i Btp Italia e i buoni fruttiferi postali.

Btp Italia contro l’inflazione

I Btp Italia a differenza dei buoni fruttiferi postali sono legati al rendimento reale e subiscono le oscillazioni del mercato secondario. Le altre tipologie di Btp, invece, sono legate al rendimento nominale.  Larepubblica spiega che il tasso reale di un titolo è uguale al tasso nominale meno le aspettative. Quindi significa che se il tasso nominale che è quello della cedola, è uguale al 4% e le aspettative di inflazione sono uguali al 2,5%, allora il tasso reale di quel titolo è uguale all’1,5%. Nel caso in cui i tassi nominali salgono ancor più delle aspettative di inflazione, allora le quotazioni scendono.

Se il valore dell’inflazione alla fine del periodo è maggiore, spiega il quotidiano, allora conviene restare sui Btp Italia mentre se si osserva solo il prezzo di Borsa, conviene considerare anche i tassi nominali.

Questo significa che in un periodo come quello che stiamo vivendo, con l’inflazione alle stelle, non è detto che si abbia un riparo dal calo in Borsa.

Buoni fruttiferi postali

Si parla tanto di buoni fruttiferi postali come strumenti contro l’inflazione grazie all’aumento degli interessi prima a luglio e poi a ottobre 2022 voluto da Cassa Depositi e Prestiti. Inoltre si parla di questi titoli come scudo anti-inflazione perché non subiscono le oscillazioni di quest’ultima.

Il rendimento è infatti fisso e cresce nel tempo. In più c’è garanzia da parte dello Stato e si può chiedere il rimborso del capitale investito quando si vuole. Per ricevere anche gli interessi, nel frattempo maturati, però, bisogna attendere una determinata scadenza temporale prima della quale si ha diritto solo alla cifra investita.

Oggi il rendimento migliore è rappresentato dai buoni fruttiferi postali dedicati ai minori per i quali il titolare deve avere meno di diciotto anni. Questi titoli scadono al compimento della maggiore età del titolare e offrono un tasso di rendimento massimo lordo, alla fine di tale periodo, che raggiunge quota 4,50% contro il 2,50% di luglio, periodo in cui c’è stato il primo aggiornamento degli interessi.

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