La partenza della diciannovesima edizione del Btp Italia, il titolo di Stato indicizzato all’inflazione è stata ottima, sono stati infatti registrati ordini per 3,6 miliardi di euro. Una cifra più alta rispetto ai 3,2 miliardi di novembre. Tale fase, come tutti sapranno, è dedicata ai risparmiatori individuali e durerà fino a domani, salvo chiusura anticipata.

Negli ultimi otto anni il rendimento di questo titolo è stato magnifico e in un caso ha superato anche il 20%, significa quindi che può davvero arrivare a tale cifra.

Per quanto riguarda, invece, i buoni fruttiferi postali, Cassa Depositi e Prestiti ha effettuato ulteriori aggiornamenti sui tassi?

Ma perché sono così importanti i Btp e i bfp? Ebbene, l’inflazione nazionale dei prezzi a consumo per l’intera collettività al lordo dei tabacchi il mese scorso ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile e del 9,2% su base annua. Tale dato indica una crescita dei prezzi dei prodotti che si consumano quotidianamente. La conseguenza è che si abbassa il valore dei propri risparmi depositati sul conto corrente per cui in futuro si potranno avere meno servizi e prodotti rispetto a oggi. Il Btp Italia e i buoni fruttiferi postali potrebbero essere quindi una buona soluzione di investimento.

Davvero può superare il 20%?

È vero che il Btp Italia può superare il 20%, è accaduto per l’emissione dell’aprile 2015 la cui scadenza è fissata per aprile di quest’anno. Chi ha acquistato in quell’anno un titolo di Stato di 1000 euro, si ritroverà infatti 210 euro lordi grazie all’effetto dell’inflazione. I buoni tradizionali, invece, hanno reso in un anno soltanto lo 0,99% mentre il rendimento medio annuo lordo del Btp Italia è stato del 2,45%. Ciò vale quasi per tutti i dieci titoli che si trovano ancora sul mercato. Quando poi l’inflazione scenderà al 2% (chissà quando ma si spera presto) allora torneranno più vantaggiosi i titoli tradizionali.

Per il momento, quindi, convengono quelli Italia che proteggeranno il potere di acquisto dei loro possessori.

Il nuovo Btp Italia ha una cedola reale annua minima fissa al 2%, la definitiva ha comunicato il Mef verrà stabilità durante la quarta giornata. Come sottolinea Ilcorriere, in uno scenario di volatilità dei prezzi, con un’inflazione acquisita in questo primo scorcio del 2023 del 5,5%, il rendimento dell’anno in corso su base annua potrebbe aggirarsi tra il 7-8% anche se il prezzo (teoria improbabile) venisse congelato a marzo.

Tornando alle caratteristiche del nuovo Btp Italia, chi lo sottoscriverà in questa fase e lo terrà fino alla scadenza del 14 marzo 2028 avrà un premio fedeltà uguale allo 0,8% del capitale investito. Le cedole, infine, saranno corrisposte ogni se mesi insieme alla rivalutazione del capitale per l’effetto dell’inflazione del medesimo semestre.

Come si comportano invece i buoni fruttiferi postali

È Cassa Depositi e Prestiti che emette i buoni fruttiferi postali a differenza dei Btp Italia che sono emessi dal Mef. Non esistono bfp indicizzati all’inflazione in questo momento anche se nel passato c’erano davvero. Tali titoli erano molto amati dagli italiani perché il rendimento risultava particolarmente vantaggioso. La qualità dell’investimento, infatti, si rivelava sia nel breve periodo che in quello lungo, considerata la durata decennale. Come sempre, poi, c’era la possibilità di svincolare il denaro in ogni momento.

Bisogna ora accontentarsi dei buoni fruttiferi postali 4×4, sono infatti quelli fruibili da tutti (e non solo dai minori i cui titoli offrono un tasso fino al 4,50%) ma durano molto. Esattamente 16 anni, c’è però flessibilità di rimborso in qualsiasi momento entro il termine di prescrizione. Dopo 4, 8 e 12 anni, poi, si ha diritto anche al riconoscimento degli interessi maturati. Ecco i tassi di interesse annuo lordo: 1,50% dopo 4 anni, 2% dopo 8 anni, 2,25% dopo 12 anni e 3% dopo 16 anni.

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