La prossima settimana dovrebbe arrivare un nuovo decreto Draghi per calmierare i prezzi delle bollette di luce e gas per famiglie, le imprese e non solo. Anche per le amministrazioni pubbliche che di recente hanno lanciato un grido d’allarme con un simbolico spegnimento delle luci dei monumenti più importanti. Hanno chiesto aiuto non solo per famiglie e le aziende che con questi rincari potrebbero non arrivare a fine mese o chiudere. Anche per loro stesse perché il rischio è quello di non poter garantire più servizi fondamentali ai cittadini.

Ecco le ultime informazioni in merito e le zone più penalizzare.

Shock per bollette di luce e gas

In questo primo trimestre del 2022 sia le imprese che le famiglie dovranno pagare addirittura 14,7 miliardi di euro in più per luce e gas rispetto al 2019. Se si tolgono gli 1,7 miliardi di misure adottate dal Governo per calmierare i prezzi, le aziende nel 2022 (primi 3 mesi) si ritroveranno a pagare 13 miliardi di extra costo secondo la stima elaborata da Cgia di Mestre. E i rincari già si cominciano a sentire in quanto c’è chi denuncia di pagare adesso 5 mila euro (pizzeria) rispetto ai 2.500 euro di prima.
Il premier Draghi ha però comunicato che ci sarà un nuovo intervento per calmierare i prezzi per famiglie, aziende e amministrazioni pubbliche. Si crede che questa misura sarà tra i 5 e i 7 miliardi di euro, cifra molto alta ma ancora non sufficiente per aiutare le imprese, spiega la Cgia di Mestre. L’associazione pensa che l’unica alternativa per salvare le aziende è quella di un nuovo scostamento di bilancio altrimenti molte attività chiuderanno di sicuro.

Quali sono i settori più colpiti dagli aumenti delle bollette di luce e gas

Sicuramente i settori più colpiti dagli aumenti sono quelli energivori per i quali i rincari sfiorano anche il 400% in alcuni casi.

Per il gas ad esempio a pagarne le spese sono soprattutto le imprese del vetro, quelle della plastica ma anche della carta e tante altre. Per i costi alle stelle dell’elettricità rischiano molto (blackout) anche gli alberghi, le acciaierie/fonderie e il commercio al dettaglio. Come detto, i rincari stanno colpendo tutti ma in particolar modo alcuni distretti produttivi che sono il motore della nostra economia export. Parliamo del settore cartario di Lucca-Capannori, di quello dei metalli di Brescia-Lumezzane e di quello metalmeccanico basso mantovano. E ancora di quello delle materie plastiche di Treviso, Padova e Vicenza, del metalmeccanico di Lecco e del vetro di Murano. Infine il settore delle piastrelle di Sassuolo e della Termomeccanica di Padova.

In merito al nuovo decreto che arriverà la prossima settimana, il ministro Franco (dell’Economia) spiega che esso aiuterà imprese e famiglie ma non potrà annullare l’impatto degli aumenti. Ha poi aggiunto che oltre a gestire la situazione odierna, si dovrà pensare anche ad interventi per evitare che una situazione di questa portata si verifichi negli anni futuri. Per trovare i fondi necessari non ci sarà un nuovo scostamento di bilancio, come molti chiedevano e chiedono, ma si interverrà nelle pieghe del bilancio dello Stato.
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