Gli analisti di Nomisma Energia, sotto il coordinamento dell’economista Davide Tabarelli, hanno rilasciato alcune previsioni sugli aumenti nelle bollette di luce e gas.  Che si avranno ovviamente a partire dal 1° aprile. Secondo queste prime stime, l’Arera, l’autorità per l’energia, aggiornerà i prezzi dell’energia facendo segnare un +20% per la corrente elettrica e un +2% per il gas. Si tratta di una previsione ottimistica, partendo dal presupposto che il mercato energetico non subisca degli imprevisti. La guerra in Ucraina comunque non permette stime precise, perché tutto potrebbe cambiare da un momento all’altro.

E le tre settimane che ci separano da aprile non sono poche.

Rincari bollette luce e gas: a luglio arriverà la mazzata per il metano

L’Arera aggiorna ogni tre mesi le tariffe dell’energia per le bollette di luce e gas per tutti coloro che si trovano nel settore della maggior tutela. Gli esperti dell’Autorità esaminano gli andamenti del gas (relativi al mese di febbraio) e dell’elettricità sui mercati a termine, e in questo modo rivedono le tariffe. È questo il motivo per cui a partire da aprile il prezzo del gas crescerà relativamente poco. Il mercato del gas si è chiuso a febbraio, poco dopo lo scoppio della guerra e prima che impattasse sui costi dell’energia, con un prezzo relativamente basso di 80 euro a megawattora. Insomma, dopo l’aumento shock di gennaio 2022 (+42%). Nel prossimo trimestre la situazione non dovrebbe discostarsi di molto.
Ma la mazzata potrebbe arrivare a luglio, all’aggiornamento successivo. Al momento, il gas è quotato a 140 euro a megawattora e la situazione non sembra promettere miglioramenti. A luglio, dunque, è facile immaginare che vi saranno aumenti imponenti. Per quanto riguarda le bollette della luce, gli aumenti del mese di aprile dovrebbero essere invece nell’ordine del 20/25%, anche se il mercato è ancora aperto e potrebbe addirittura essere maggiore.

Prezzi amministrati e calmierati sulle bollette luce e gas?

L’economista di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, sostiene che potrebbe essere una buona idea ragionare a livello europeo in termini di prezzi calmierati. Immaginare però tariffe fisse sarebbe comunque un rischio per la tenuta dell’intera filiera energetica. La differenza con lo shock petrolifero del 1973 sta tutta nel fatto che adesso le aziende ener4getiche non sono di stato, ma società di diritto privato attive sui mercati. L’associazione dei trader e grossisti dell’energia, l’Aiget, propone invece una serie di strumenti per difendere le aziende energetiche, mediante garanzie e fideiussioni, in maniera tale da limitare al minimo la possibilità di un collasso economico-finanziario dell’intero settore dell’energia.
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