È stato sollevato di recente il caso riguardante bollette del gas triplicate a causa di un ‘errore’ di indicizzazione. Un tempo si cantava: “stessa spiaggia, stesso mare”, adesso sarebbe più opportuno cantare: “stesso gas, stesso periodo, ma prezzi triplicati”.

Si tratta di una storia comparsa sul sito ilfattoquotidiano.it e che riguarda un’amministratrice di condominio, che ha segnalato come, nonostante il distributore sia lo stesso, la fatturazione da un palazzo a un altro sia estremamente differente. In un condominio si paga 1 euro a metro cubo, in un altro se ne pagano 3.

Qual è la ragione? Su cosa bisogna porre attenzione? Come difendersi?

Qual è la ragione dello strano caso delle bollette del gas triplicate?

Sul sito il fattoquotidiano.it è arrivata la segnalazione di una amministratrice di condominio di Verona che ha notato un’enorme discrepanza nelle fatture delle bollette del gas tra due condomini di sua gestione. Uno dei due, semplificando al massimo, paga il triplo dell’altro, nonostante si tratti della medesima zona, del medesimo periodo e, soprattutto, del medesimo fornitore.

Quando l’amministratrice ha deciso di contattare la società, la risposta è stata la seguente: la differenza di prezzo dipende dall’indice utilizzato. I contratti che si basano sul Pfor sono estremamente più alti rispetto a quelli che si basano sul Psv. L’amministratrice ha ovviamente proceduto al cambiamento del contratto, chiedendo l’indicizzazione più conveniente. I nuovi contratti entreranno però in vigore soltanto a distanza di 60 giorni.

La risposta della società

Riguardo alla questione dello strano caso delle bollette del gas triplicate, l’ufficio stampa della società è stata contattato da ilfattoquotidiano.it e ha risposto che “la società non ha potuto applicare l’indice Psv perché le variazioni unilaterali che ci permettevano di adattare gli indici sono state bloccate dal decreto Aiuti bis art. 3 che ci impedisce tutt’ora di farlo”.

E non riguarda ovviamente soltanto il gestore in questione, ma tutti gli operatori del settore. I contratti possono essere cambiati soltanto di comune accordo (società-cliente) su richiesta però del cliente.

Ma perché esistono due indici su cui calcolare le tariffe? E perché uno è così svantaggioso?

Ma qual è la ragione di questa ‘confusione’ di indici che porta alcuni utenti a pagare bollette del gas triplicate? L’Arera, a partire dal 1° ottobre 2022, ha deciso di sostituire il Pfor con il Psv, in quanto il primo era legato all’indice Ttf della Borsa di Amsterdam e presentava prezzi molto più volatili e dunque molto più elevati (la famosa ‘speculazione’), mentre il secondo si presenta come estremamente più stabile.

Arera, dunque, non pubblica più gli aggiornamenti dell’indice Pfor e non ne tiene conto nel mercato tutelato, ma nel mercato libero ci sono società che ancora lo applicano e lo calcolano.

Ma come difendersi?

L’esperto di tariffe dell’energia di Altroconsumo, Paolo Cazzaniga, spiega come al momento convenga immediatamente cambiare il proprio contratto, qualora sia indicizzato al Pfor e non al Psv. La scelta effettuata da Arera per il mercato tutelato è al momento la più saggia. È possibile, però, che ci sia da parte delle aziende fornitrici il dolo.

La consulente giuridica di Altroconsumo, Anna Vizzari, ha spiegato sulle pagine virtuali di ilfattoquotidiano.itche ci sono molte segnalazioni di utenti i cui contratti prevedono un’indicizzazione al Psv (dunque, più conveniente), ma poi nelle bollette del gas si ritrovano l’indicizzazione al Pfor (dunque, meno conveniente). A questo punto, è possibile fare reclamo e chiedere, dopo 40 giorni, la conciliazione in Arera.

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