Bloccare il telemarketing sul cellulare: arriva il Registro delle Pubbliche Opposizioni, ecco come iscriversi

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’attesissima riforma del Registro Pubblico delle Opposizioni. Essa prevede che ora anche i numeri di cellulare ne facciano parte. Tra poco, quindi, si potrà dire addio al telemarketing molesto sul proprio smartphone e alle telefonate con voce registrata. Ma come iscriversi?

Bloccare il telemarketing sul cellulare

Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico, è felice per la riforma del Registro delle Pubbliche Opposizioni che ora comprende anche i numeri di cellulare. Il telemarketing selvaggio su tali dispositivi, spiega, era diventato inaccettabile per cui con il nuovo provvedimento si darà la possibilità ai cittadini di revocare i consensi alle chiamate promozionali e non solo.

Anche all’invio di materiale pubblicitario indesiderato. Con la nuova legge, una volta che si inserirà il proprio numero nel Registro delle Pubbliche Opposizioni non potranno arrivare chiamate indesiderate (promozionali) nemmeno sui cellulari. La procedura è la medesima di quella per i telefoni fissi e non si potrà essere più contattati dagli operatori di telemarketing se non con consenso esplicito dopo la data di iscrizione.

Ma come ci si iscrive al Registro per bloccare il telemarketing sul cellulare

Per iscriversi al Registro Pubblico delle opposizioni si può compilare un modulo elettronico collegandosi alla pagina www.registrodelleopposizioni.it, quella è quella ufficiale. In alternativa si potrà registrare il proprio numero di telefono chiamando il numero verde 800.265.265. O inviando una e-mail con il modulo di iscrizione all’indirizzo [email protected]. Infine si potrà anche inviare una raccomandata ma tale metodo al momento è stato sospeso e riprenderà solo dopo l’emergenza da Covid-19.

Una volta che si iscrive, l’operatore di telemarketing sarà tenuto a verificare i dati presenti negli elenchi telefonici pubblici. Questo prima di chiamare e assicurarsi che non vi sia opposizione. Se si viola tale principio si va incontro a multe fino a 20 milioni di euro o per le imprese fino al 4% del fatturato totale annuo dell’esercizio precedente.