Quale sarà il futuro delle aste immobiliari nel 2022? Ebbene si attende una ripresa con volumi simili a quelli del 2019. Nell’anno in corso se ne registrano nel totale 185.555 riferite a 126.425 lotti in vendita. Il dato sembra buono ma in realtà non lo è perché nasconde una grave perdita in tutto il settore. Sono infatti 206.367 mila le aste in meno dall’inizio della pandemia per una perdita di circa 8 miliardi euro.

Aste immobiliari :cosa succederà nel 2022?

Nel 2021 il numero delle aste rispetto al 2020 è cresciuto.

Questo perché nel pieno della pandemia molti tribunali hanno sospeso le attività di vendita. Rispetto al 2019, però, c’è ancora una differenza del 27%. Inoltre rispetto a prima cambia anche la tipologia degli immobili che vengono messi all’asta: sono infatti di tipo non residenziale come alberghi, laboratori ed uffici e quindi più difficili da vendere. Ciò comporta quindi una perdita di liquidità ulteriore.

Questo è lo scenario dipinto da Reviva, la prima startup specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari, in base ai dati raccolti. Lo scopo della società è quello di aumentare il numero di immobili venduti all’asta in modo tale da evitare che si svalutino. Reviva crede che dal 2023 aumenteranno di nuovo le procedure iscritte e di conseguenza si potranno vendere più immobili. Giulio Licenza, Co-founder di Reviva, comunica che sarà però necessario implementare gli asset tecnologici per “per industrializzare i processi e permettere alle risorse umane di focalizzarsi solo sulle attività di alto valore”.

Sarà poi necessario migliorare le risorse di marketing e le competenze. Le aspettative sono che a partire dal 2022 si ritorni ai volumi del 2019 (salvo ulteriori misure restrittive) mentre dal 2023 ci si aspetta un aumento delle procedure esecutive e delle nuove aste. Spiega poi che il futuro delle aste è telematico in quanto per la pandemia si è registrato un incremento medio di aste svolte in questo modo del 185%.

Tale dato quindi fotografa quindi la tendenza da remoto che ha subito un’accelerata durante la pandemia.
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