C’è una misura alquanto particolare nel sistema previdenziale italiano che permette un pensionamento nettamente anticipato rispetto alle regole ordinarie. Si tratta di una prestazione che consente di andare in pensione alle donne già a 56 anni e agli uomini a 61 anni. Una misura poco conosciuta e spesso sottovalutata, che merita di essere chiarita nei dettagli, perché non tutti possono beneficiarne. Come dimostra la domanda di un nostro lettore, su questo tema esistono ancora molti dubbi e perplessità.
“Buonasera, sento sempre parlare di pensione a 56 anni per le donne e a 61 anni per gli uomini. Io ho 62 anni compiuti e sono stato riconosciuto invalido al 90%.
Ho provato a chiedere a diversi Patronati, ma tutti mi hanno detto che non esiste questa possibilità di pensionamento. Alcuni sostengono che la mia invalidità non sia quella giusta, altri invece dicono che il problema sono i miei 20 anni di contributi, iniziati nel 2000. Mi hanno detto che avrei dovuto iniziare a versare prima. Mi potete chiarire se davvero per me questa pensione non esiste? E, se è così, spiegarmi bene come funziona questa misura anticipata?”
Tutti i requisiti per la pensione a 56 o 61 anni, ma l’anzianità INPS è fondamentale
È importante distinguere tra invalidità civile e invalidità pensionabile.
- L’invalidità civile riguarda la riduzione della capacità lavorativa generica, ovvero la difficoltà a svolgere qualsiasi attività lavorativa a causa di patologie.
- L’invalidità specifica, invece, si riferisce alla riduzione della capacità lavorativa in relazione alle mansioni proprie del lavoratore.
Ed è proprio l’invalidità specifica quella necessaria per accedere alla pensione di vecchiaia anticipata con invalidità a 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini.
I requisiti per la pensione a 56 o 61 anni per donne e uomini
Oltre al tipo di invalidità, occorre rispettare alcuni requisiti precisi, ovvero almeno:
- l’80% di invalidità specifica;
- 56 anni di età per le donne e 61 anni per gli uomini;
- 20 anni di contributi versati.
Va inoltre considerata una finestra mobile di 12 mesi per la decorrenza del trattamento. Nonostante questo slittamento, si tratta comunque di una misura molto vantaggiosa, con un’età di uscita nettamente inferiore a quella ordinaria.
A riposo con netto anticipo, ma non è per tutti: ecco esclusi e regole
Questa misura non riguarda i cosiddetti nuovi iscritti al sistema contributivo. Il punto di svolta è il 31 dicembre 1995: da quella data il sistema retributivo è stato sostituito dal contributivo, con la riforma Dini.
- Chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 è considerato un “vecchio iscritto” e può rientrare nella misura.
- Chi ha iniziato dal 1996 in poi (i cosiddetti contributivi puri) ne è escluso.
Inoltre, la pensione anticipata per invalidità non si applica:
- ai lavoratori autonomi;
- ai dipendenti pubblici (per i quali già oggi molte misure per invalidi non sono previste).
La misura riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti del settore privato, iscritti all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) dell’INPS o ai fondi sostitutivi.
Infine, per poter accedere al trattamento è fondamentale la cessazione del rapporto di lavoro dipendente: la domanda di pensione può essere presentata solo se, al momento della richiesta, il rapporto di lavoro si è già interrotto.