Borse in rialzo, rendimenti obbligazionari in calo e giù anche l’oro. La reazione dei mercati all’accordo sui dazi tra Unione Europea e Stati Uniti è al momento positiva. Gli stessi futures a Wall Street sono in territorio positivo. Ieri sera, il presidente americano Donald Trump ha svelato l’intesa, i cui punti cardine si possono così riassumere: le importazioni di merci dall’UE saranno sottoposte ad una tariffa del 15% e l’UE non stangherà le importazioni dagli USA. Inoltre, si impegna ad acquistare gas e petrolio per 750 miliardi di dollari, ad effettuare investimenti negli USA per 600 miliardi, ad aprire il suo mercato alle merci americane e a comprare armamenti in quantità “massicce”.
Boom dei dazi da aprile
Trump aveva minacciato di imporre dazi al 30% dall’1 agosto, se l’UE non avesse aderito ad alcun accordo commerciale per evitarli. Fino a poche settimane fa, tuttavia, si trattava per evitare il 20%. Fino al 2 aprile scorso, i dazi americani sulle merci UE erano in media inferiori al 2,5%. Come mai i mercati festeggiano un accordo sui dazi dal sapore punitivo per le imprese europee?
Premiata la stabilità, cresce propensione al rischio
Diciamo che lo scenario più negativo è stato scongiurato. E già questo è un primo spunto positivo per chi investe. C’è poi il fattore stabilità. L’accordo sui dazi pone fine a un periodo di incertezza sulle politiche commerciali. Meglio leggere subito la sentenza di condanna, anziché attendere per ulteriori mesi senza conoscere il proprio destino. Non si può affermare del tutto, invece, che l’aumento dei dazi fosse scontato nei prezzi.
Le borse europee sono in diversi casi ai massimi storici come Francoforte e Parigi, mentre Milano è salita ai massimi dal 2007.
L’allentamento delle tensioni aiuta anche l’obbligazionario. I rendimenti sovrani sono risaliti negli ultimi mesi sul tratto lungo della curva per scontare inflazione e debiti. L’accordo sui dazi si traduce in maggiori costi per gli americani, non per noi europei. Al contempo, riduce le tensioni e questo favorirebbe la propensione al rischio, cioè la fuga verso l’azionario. Tuttavia, proprio l’aver evitato l’escalation commerciale sta impattando positivamente sui bond. Si affievolisce il timore di mercati più chiusi e aumenti strutturali dei prezzi al consumo.
Mercati sui dazi temevano il peggio
Infine, il cambio euro-dollaro resta stabile a poco più di 1,17. Il “super” euro si traduce in un altro dazio a carico delle esportazioni UE. La Banca Centrale Europea ha fatto presente che interverrebbe sopra 1,20. E forse questo monito ufficioso sta servendo a placare la moneta unica. Resta il fatto che da inizio sale sale del 13% contro il dollaro. Il dazio effettivo risulta a +25% rispetto al pre-2 aprile. Fintantoché tutto ciò non avrà implicazioni concrete sui dati macroeconomici e i bilanci aziendali, l’ottimismo in borsa proseguirà. Sui dazi i mercati temevano il peggio e ora festeggiano il meno peggio.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

