A Pasqua abbiamo avuto un assaggio di cosa significhi la carenza di una materia prima. Il prezzo di ogni prodotto con contenuto di cacao è schizzato alle stelle e le vendite ne hanno parzialmente risentito. Le cose sembrano iniziare a cambiare, anche se è presto per dire che si tratti di una stabile inversione di tendenza. Le quotazioni internazionali sono precipitate ai minimi dal novembre dello scorso anno. Una tonnellata costa oggi sui 7.000 dollari. Alla fine del 2024 era salita al massimo storico di oltre 12.600 dollari. E ancora nel maggio scorso sfiorava gli 11.000 dollari.
Prezzo del cacao giù tra crisi dei consumi e aumento dei raccolti
La caduta del prezzo del cacao si deve a due fattori concomitanti: inizia a contrarsi la domanda globale, che per lungo tempo si era dimostrato rigida; aumenta l’offerta. Le piogge abbondanti di questo periodo stanno aumentando le previsioni sui raccolti in Africa occidentale. Solamente tra Costa d’Avorio e Ghana viene esportata la metà dei chicchi di tutto il mondo.
Ma non è l’Africa a salvare i consumatori più golosi. La vera rivoluzione è in America Latina. Con il prezzo del cacao mai così caro, gli agricoltori qui si sono concentrati sulla coltura di questa pianta. I raccolti sono saliti e hanno in parte già rimpiazzato quelli africani. La caduta di questi ultimi è stata dovuta a più cause. La prima è legata certamente agli eventi climatici avversi: la pianta ha bisogno di piogge e sole. La mancanza di una delle due componenti nel corso dell’anno ne pregiudica la crescita.
Piante in Africa già mature
C’è anche un problema di maturità delle piantagioni. Queste hanno un ciclo di vita all’incirca sui 25 anni.
Le ultime nuove coltivazioni risalgono ai primi anni Duemila. Indipendentemente dal clima, la loro resa va abbassandosi per l’età. E il guaio è che gli agricoltori africani non hanno più investito in queste piante, a causa della carenza di mezzi. Hanno altresì rivolto l’attenzione ad altre colture più redditizie, così come hanno sacrificato quelle del cacao per dedicarsi alle estrazioni illegali di oro. E qui c’entra molto la politica inefficiente di remunerazione praticata dagli organismi pubblici, pur parzialmente rivista in questi anni.
Miracolo in Ecuador
In Ecuador sta accadendo il percorso opposto. Con il prezzo del cacao così alto, le coltivazioni sono esplose. Il presidente dell’associazione degli esportatori Anecacaco, Ivan Ontaneda, spiega che gli agricoltori qui ricevono il 90% del prezzo internazionale del cacao. In Africa si arriva al 60-70% nel migliore dei casi. Ciò sta sostenendo gli investimenti e la produttività. La resa nei campi è di 800 kg per ettaro contro i 500 in Africa. Ed ecco che l’Ecuador si accinge a produrre nella stagione 2025/2026 sulle 570.000 tonnellate, quasi eguagliando il Ghana, secondo produttore mondiale, con 600.000.
Per la prossima stagione, invece, potrebbe verificarsi uno storico sorpasso. L’Ecuador stima 650.000 tonnellate per tendere alle 800.000 entro la fine del decennio. Questo boom si deve al rispetto della biodiversità, dato che le piante di cacao vengono affiancate da alberi di frutto, caffè e platani.
Ciò ne innalza la resa e riduce il rischio di malattie, abbastanza diffuse tra le monoculture.
Quotazioni restano elevatissime
Il prezzo del cacao è sceso dai picchi recenti, ma resta storicamente altissimo. Fino a tre anni fa viaggiava intorno ai 2.000 dollari, per cui oggi siamo a 3-4 volte tale media. Un rimbalzo non viene escluso. La pianta ha bisogno di sole dopo le piogge, altrimenti attecchiscono le muffe. E una di questa negli anni passati si è rivelata micidiale in Africa occidentale.

Prezzo del cacao riduce margini e vendite
Oltre al maggiore raccolto atteso, c’è la minore domanda ad agire sul prezzo del cacao. Come detto, i consumi hanno iniziato a risentire della stangata. Le società del comparto hanno ridotto le stime su margini e vendite, come nei casi di Lindt & Sprüngli e Barry Callebaut. Già nel settore ci si stava ingegnando per rimpiazzare questa preziosa materia prima con altri ingredienti. Forse, il peggio è passato e lo scenario più triste per i golosi potrà essere evitato.
giuseppe.timpone@investireoggi.it


