I permessi 104 e il congedo straordinario incidono sulla pensione? Come canta Francesco Guccini con il brano Il vecchio e il bambino: “Un vecchio e un bambino si presero per mano e andarono insieme incontro alla sera, la polvere rossa si alzava lontano e il sole brillava di luce non vera. L’ immensa pianura sembrava arrivare fin dove l’occhio di un uomo poteva guardare“.
Un’immagine che richiama il senso del tempo che scorre e l’importanza di guardare al futuro. E proprio pensando al domani, molti lavoratori che assistono un familiare con disabilità si chiedono se le assenze dal lavoro previste dalla Legge 104 possano influire sulla pensione.
In altre parole ci si chiede se il periodo in cui si usufruisce dei permessi retribuiti o del congedo straordinario venga conteggiato o meno ai fini previdenziali. Entriamo nei dettagli e vediamo come funziona.
Permessi 104: occhio alla pensione!
I permessi retribuiti previsti dalla Legge 104 consentono ai lavoratori di assentarsi dal lavoro fino a tre giorni al mese per assistere familiari con disabilità grave. Ma cosa succede ai fini pensionistici? Ebbene, i permessi 104 non interrompono la contribuzione previdenziale. I giorni di assenza, infatti, contano come periodi di contribuzione figurativa. Il lavoratore accumula pertanto i contributi necessari per la pensione, sia di vecchiaia sia anticipata.
In altre parole, usufruire di questi permessi non riduce l’anzianità contributiva né incide sull’importo della pensione. Ma non solo, la copertura contributiva è totale e senza tetti. In pratica ogni giornata di permesso viene considerata come se fosse stata lavorata normalmente. Questo garantisce al lavoratore la piena tutela, senza il rischio di vedersi ridotto l’ammontare del trattamento pensionistico.
Congedo straordinario: il massimale da rispettare
Il discorso cambia leggermente per il congedo straordinario, che può durare fino a due anni nell’arco della vita lavorativa. Come si evince dalla circolare Inps numero 26 del 30 gennaio 2025, l’articolo 42, commi 5 e seguenti, del D.lgs. numero 151 del 2001, riconosce a determinate categorie di lavoratori il diritto a usufruire, entro trenta giorni dalla richiesta, del congedo previsto dall’articolo 4, comma 2, della legge numero 53 dell’8 marzo 2000, per assistere persone con disabilità in situazione di gravità, accertata ai sensi della Legge 104.
In particolare il comma 5-ter stabilisce che durante il periodo di congedo il lavoratore ha diritto a ricevere un’indennità pari all’ultima retribuzione percepita, considerando le voci fisse e continuative del trattamento. Il periodo di congedo, si sottolinea:
“è coperto da contribuzione figurativa; l’indennità e la contribuzione figurativa spettano fino a un importo complessivo massimo di euro 43.579,06 annui per il congedo di durata annuale. Detto importo è rivalutato annualmente, a decorrere dall’anno 2011, sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati […]”. A tale riguardo si comunica che, tenuto conto del predetto indice accertato dall’ISTAT, il tetto massimo complessivo della retribuzione per congedo straordinario e dei relativi contributi obbligatori a carico delle Amministrazioni pubbliche che erogano trattamenti economici in sostituzione delle indennità previste dal legislatore per la generalità dei lavoratori non può eccedere, per l’anno 2025, l’importo pari a 57.038,42 euro che, arrotondato all’unità di euro, è pari a 57.038,00 euro“.
Anche nel caso del congedo straordinario, quindi, i contributi figurativi sono riconosciuti.
Ma solo entro un determinato limite economico fissato ogni anno dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Per il 2025 l’Istituto ha stabilito un massimale annuo pari a 57.038 euro. In altre parole, se durante il congedo il lavoratore percepisce una retribuzione superiore a questa soglia, l’accredito dei contributi sarà calcolato solo fino al limite indicato.
La parte eccedente non produrrà effetti previdenziali. In caso di dubbi si consiglia di consultare il sito dell’Inps o rivolgersi a un Caf o Patronato. In questo modo è possibile ottenere maggiori informazioni in merito, tenendo anche conto della propria situazione personale.