Ai militari non piace il nuovo fondo pensione Pre.Si.Di. (Previdenza Sicurezza e Difesa) appena istituito. Non sarebbe così vantaggioso come sembra, anche se il funzionamento non è ancora chiaro.
Prende così corpo l’idea di innalzare il coefficiente di trasformazione delle pensioni di vecchiaia per militari e forze dell’ordine. La proposta parte dal sindacato di Polizia Siulp e Siap ma è destinata a coinvolgere l’intero comparto della difesa e sicurezza.
Coefficienti di trasformazione per poliziotti e militari
Ma in cosa consisterebbe questa riforma? I coefficienti di trasformazione sono quei parametri che vengono applicati al montante contributivo individuale per determinare l’importo della pensione.
Ne consegue che più tardi si va in quiescenza maggiore sarà l’importo della pensione spettante. Detti coefficienti sono aggiornati periodicamente in base ai tassi di inflazione e altri fattori statistici ed economici.
Tali parametri servono per trasformare in pensione i contributi versati nel tempo unicamente per il sistema di calcolo contributivo. E qui sta il punto, perché fra pochi anni i coefficienti di trasformazione saranno l’unico metodo di calcolo certo della pensione.
Considerato che militari e poliziotti lasciano generalmente il servizio al raggiungimento dell’età ordinamentale (attualmente 60 anni), è evidente che subiscono una penalizzazione maggiore rispetto alla generalità dei lavoratori che escono a 67 col trattamento di vecchiaia.
Pensioni più alte, ma senza fondi pensione
Finora è intervenuto il fondo di perequazione a compensare la differenza. Fondo che, però, richiede sempre più stanziamenti a carico dello Stato con l’avvicinarsi dell’entrata a regime del sistema di calcolo contributivo puro. E non è detto che tale sostegno prima o poi possa essere sospeso o ridotto.
Ragion per cui è stato istituito il fondo pensione Pre.Si.Di. per fornire la previdenza complementare ai militari, ma che prevede il finanziamento interamente a carico di militari e poliziotti con destinazione di quote del TFS (più vantaggioso del TFR) ai gestori privati.
L’iniziativa non piace. Così i sindacati di polizia propongono per la prossima legge di bilancio di allineare il calcolo delle pensioni del personale di sicurezza e difesa, obbligato a lasciare il servizio a 60 anni, con quello della generalità dei lavoratori a 67 anni agendo sui coefficienti di trasformazione. Un intervento che agevolerebbe soprattutto chi ha iniziato a prestare servizio dopo il 1995.
Secondo il Siulp Siap, non servirebbero neanche particolari interventi finanziari. I soldi stanziati finora per il fondo di perequazione (120 milioni fino al 2024) potrebbero essere utilizzati per modificare proprio i coefficienti di trasformazione. E forse ne avanzerebbero anche.