Pensioni precoci e Ape sociale, cosa cambia per il 2025? Scadenze delle domande, differenze e novità

Pensioni precoci e Ape sociale, novità dal decreto Lavoro, ecco cosa cambia per il 2025 tra scadenze delle domande e differenze.
1 settimana fa
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Pensioni precoci e Ape sociale, cosa cambia per il 2025? Scadenze delle domande, differenze e novità
Foto © Investireoggi

Un articolo del decreto Lavoro, che ha già ottenuto il via libera della Camera dei Deputati e adesso attende quello del Senato della Repubblica, introduce una novità che accomuna l’Ape Sociale e la quota 41 per i precoci. Parliamo della pensione a partire dai 63 anni e 5 mesi di età con l’anticipo pensionistico sociale, e della pensione per chi ha almeno un anno di versamenti prima dei 19 anni di età e almeno 41 anni di contributi.

Novità, dicevamo, che riguardano le scadenze delle domande da presentare all’INPS per ottenere poi la pensione con una delle due misure.

Ecco cosa cambia per le due prestazioni, e non solo per queste scadenze che vanno verso il regime della semplificazione degli adempimenti.

Le scadenze delle domande di certificazione del diritto alla pensione di quota 41 e dell’Ape Sociale

Dopo il via libera di Montecitorio, si attende quello di Palazzo Madama e, così, con il decreto Lavoro ultimato, anche la novità che riguarda l’Ape Sociale e la quota 41 per i precoci vedrà la luce. Per andare in pensione con ognuna di queste misure occorre prima di tutto presentare la domanda di accertamento dei requisiti. Significa che bisogna presentare all’INPS la domanda con cui il lavoratore chiede allo stesso Istituto di certificare il diritto alla pensione con la misura prescelta.

Una domanda che va presentata per tempo, perché deve essere preventiva rispetto alla domanda di pensione vera e propria. E le scadenze di queste domande diventano fondamentali da rispettare, perché la data di presentazione è importante per consentire all’INPS di rispondere per tempo e poi dare il via libera al lavoratore nel presentare la vera e propria domanda di pensione.

Cosa ha partorito il decreto Lavoro

Ciò che adesso emerge dal decreto Lavoro è la nuova coincidenza data alle tre finestre utili ogni anno per presentare questa domanda di certificazione.

Scadenze accomunate adesso tra le due misure e quindi perfettamente identiche tra Ape Sociale e quota 41 per i lavoratori precoci. Ricordiamo che per la prima misura gli interessati sono coloro che nel 2025 compiono 63 anni e 5 mesi di età e 30 o 36 anni di contributi in base alla categoria di appartenenza. Invece, per la seconda, gli interessati, a prescindere dalla loro età, sono quanti completano 41 anni di versamenti, di cui 35 anni effettivi senza figurativi da disoccupazione o malattia, e almeno un anno versato prima di compiere i 19 anni di età. Le nuove scadenze per entrambe le misure e per la domanda di certificazione del diritto sono:

  • 31 marzo;
  • 15 luglio;
  • 30 novembre.

Perché sono importanti queste date? Perché in base alla presentazione cambiano i tempi di risposta dell’INPS. Infatti, l’esito della domanda di certificazione verrà comunicato al richiedente entro:

  • 30 giugno, per le domande presentate entro il 31 marzo;
  • 15 ottobre, per le domande presentate entro il 15 luglio;
  • 31 dicembre, per le domande presentate entro il 30 novembre.

Dal momento che entrambe le misure vengono finanziate con fondi annuali da parte del governo, in base alla presentazione delle domande l’INPS accoglierà le richieste. E se le risorse saranno insufficienti, non è lontano il rischio che i ritardatari, nel caso le domande producano una spesa superiore alle risorse disponibili, potrebbero subire il posticipo della decorrenza del loro trattamento.

Stesse platee di riferimento, ma con alcune differenze

Stesse scadenze delle domande di certificazione, quindi, per l’Ape Sociale e per la quota 41 precoci. Le due misure sono accomunate anche dalla stessa platea dei potenziali beneficiari. Infatti, sia per l’Ape Sociale che per la quota 41 precoci, i beneficiari sono potenzialmente gli invalidi, i caregiver, gli addetti ai lavori gravosi e i disoccupati. Stesse platee ma con alcune sottili differenze, soprattutto per i disoccupati.

Infatti, va detto che per la quota 41 la decorrenza del trattamento è posticipata di tre mesi rispetto alla data di maturazione dei requisiti. Con l’Ape Sociale, la pensione si prende invece dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda o di maturazione dei requisiti.

Differenze e similitudini di platea dei potenziali beneficiari di Ape Sociale e quota 41 precoci

Per gli invalidi, in entrambe le misure, è necessario che il disabile sia stato riconosciuto con una percentuale di invalidità civile non inferiore al 74%. Per i caregiver, è necessario che tra richiedente la pensione e invalido assistito ci sia da almeno sei mesi la convivenza. Sotto lo stesso tetto, in un immobile con lo stesso numero civico anche se con interni diversi. Il parente invalido grave sotto legge 104 può essere un parente di primo grado, oppure un parente o affine fino al secondo grado. Ma in questi ultimi due casi, solo se l’invalido non ha parenti di primo grado o se li ha ma con un’età superiore a 70 anni o a loro volta disabili.

Lavoro gravoso, di cosa si tratta per favorire la pensione anticipata?

Per quanto riguarda il lavoro gravoso, le 15 attività lavorative ormai molto note sono perfettamente identiche sia per l’Ape Sociale che per la quota 41 precoci. E il lavoro gravoso deve essere stato svolto per sette degli ultimi dieci anni di carriera o per sei degli ultimi sette anni. Per la quota 41 possono accedere anche i lavori usuranti, gli operai della linea a catena, i lavoratori notturni e gli autisti dei mezzi pubblici. Invece, per l’Ape Sociale queste categorie sono escluse.

  • Operai edili e dell’industria estrattiva;
  • Conduttori di macchinari nelle costruzioni e gruisti in genere;
  • Conciatori di pelli e pellicce;
  • Macchinisti di treni, di convogli ferroviari e personale di ferrovia viaggiante;
  • Conduttori di mezzi pesanti e camionisti in genere;
  • Infermieri ed ostetriche di ospedali che lavorano in turni nelle sale operatorie e sale parto;
  • Addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • Insegnanti e maestri della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
  • Facchini e addetti allo spostamento merci in genere;
  • Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • Operatori ecologici, netturbini e addetti alla raccolta dei rifiuti;
  • Operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
  • Pescatori;
  • Operai del settore siderurgico;
  • Marittimi.

Per i disoccupati cambia molto tra Ape Sociale e quota 41 precoci

Per i disoccupati c’è da fare un discorso a parte, perché tra l’Ape Sociale e la quota 41 precoci le cose cambiano.

Innanzitutto, perché dal termine dell’ultima Naspi percepita (fattore fondamentale per entrambe le misure) la quota 41 precoci si può ottenere solo decorsi tre mesi. Con l’Ape Sociale, invece, la pensione può arrivare dal mese immediatamente successivo a quello dell’ultimo incasso della Naspi.

Per l’Ape Sociale, la misura può essere percepita anche da disoccupati divenuti tali dopo la scadenza di un contratto di lavoro precario o a tempo determinato. C’è però da rispettare la condizione dei 18 mesi minimo di lavoro negli ultimi tre anni. Per la quota 41 questa perdita del posto di lavoro non è utile nonostante abbia dato diritto alla Naspi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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