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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni, parla Durigon: notizie positive dal progetto del governo, eccole

Ecco le ultime parole del sottosegretario del Ministero del lavoro Claudio Durigon sulle pensioni e cosa bolle in pentola adesso.
4 mesi fa
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pensione 60 anni
Foto © Licenza Creative Commons

Quando un esponente del governo parla di pensioni, il rumore mediatico diventa sempre assordante, così come le polemiche che, di norma, si scatenano di conseguenza.
Figuriamoci quando a parlare è uno dei principali esperti di previdenza, che lavora direttamente sul dossier pensioni da inserire nella manovra di fine anno.

Parliamo del sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon.
L’esponente leghista, intervistato dal quotidiano Repubblica, ha illustrato il progetto previdenziale del governo.
E, considerato che siamo alle porte dell’avvio dei lavori sulla manovra di fine anno, le sue parole vanno oltre le semplici dichiarazioni.

Il rappresentante della Lega e del governo Meloni ha parlato della nuova misura a 64 anni, prossima all’estensione, e anche dell’aumento dei requisiti previdenziali che si profilano all’orizzonte per il 2027.

Pensioni, parla Durigon: notizie positive dal progetto del governo, eccole

Il 2027 sarà un anno cruciale per il governo Meloni, perché segnerà la fine della legislatura.
Tra le promesse dell’esecutivo c’era quella di intervenire sul sistema pensionistico proprio entro la scadenza del mandato.

Ma il 2027 è importante anche per un’altra ragione: rappresenta l’anno in cui scatterà l’adeguamento automatico dei requisiti pensionistici alle aspettative di vita.
In altre parole, dal 2027 l’età pensionabile, oggi fissata a 67 anni, potrebbe salire a 67 anni e 3 mesi, salvo interventi del governo.

L’esecutivo, infatti, sembra intenzionato a bloccare lo scatto, rinviandolo al 2029.
Questi aggiornamenti biennali dei requisiti sono previsti quando l’aspettativa di vita media degli italiani cresce.

Il fatto che il governo stia cercando risorse per bloccare l’aumento ha scatenato polemiche.
Le opposizioni sostengono che si tratti solo di una soluzione tampone, che rinvia il problema di due anni al prossimo governo, considerando che nel 2027 scade l’attuale legislatura.


In sostanza, si rischia di lasciare la “patata bollente” a chi verrà dopo.

Ecco le parole del sottosegretario e cosa ha detto sulle pensioni in Italia

Oggi la possibilità è limitata ai contributivi puri. Valutiamo i costi per estenderla anche a chi è nel sistema misto

ha dichiarato Durigon nell’intervista, riferendosi a uno dei principali progetti del governo: la pensione a 64 anni estesa a tutti.

Come spiegato dal sottosegretario, la pensione anticipata contributiva, oggi riservata a chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1995, potrebbe essere aperta anche a chi ha iniziato a lavorare prima.
Secondo Durigon, 64 anni rappresentano la vera soglia di libertà pensionistica.

Durigon ha inoltre sottolineato il ruolo della previdenza integrativa:

  • già quest’anno, per le pensioni anticipate contributive a 64 anni;
  • il governo ha consentito di utilizzare la rendita dei fondi pensione come integrazione alla pensione INPS per uscire prima dal lavoro.

La previdenza complementare è, infatti, un tema caldo sul tavolo dell’esecutivo, che valuta di:

  • consentire ai contribuenti di utilizzare il proprio TFR;
  • da trasferire all’INPS come rendita aggiuntiva;
  • per aumentare l’importo della pensione e raggiungere i requisiti per le uscite a 64 anni.

Blocco dell’aumento dell’età pensionabile ma non solo: il progetto è di disapplicarlo per sempre

Tornando allo scatto di 3 mesi previsto nel 2027, Durigon sostiene che l’aumento dell’età pensionabile andrebbe bloccato, perché l’età attuale di uscita dal lavoro è già molto elevata.

Anzi, secondo il sottosegretario, andrebbe cancellato l’intero meccanismo di adeguamento dei requisiti alle aspettative di vita.

Durigon ha definito tale meccanismo una “norma perversa”, attribuendone l’origine alla legge Fornero, perché comporta un costante innalzamento dei requisiti.
A dire il vero, la riforma Fornero ha reso più stringente il sistema, ma non ha introdotto lei il principio di adeguamento alla vita media:

  • si è limitata ad accorciare i tempi di aggiornamento, portandoli da triennali a biennali.

Nella parte finale dell’intervista, Durigon ha commentato altre misure come Quota 103 e Opzione Donna, definendole ormai di scarsa utilità:

  • Quota 103 ha registrato richieste inferiori alle attese;
  • Opzione Donna è in calo fisiologico, per il progressivo esaurimento della platea di beneficiarie.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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