Pensioni in fuga all’estero: ecco cosa bisogna sapere

Pensioni in fuga all'estero, non solo Portogallo e Isole Canarie tra i paesi in cui i pensionati vorrebbero fuggire.
di
7 anni fa
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pensioni estero
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Dai cervelli in fuga all’esodo delle pensioni, il passo è breve. Se prima erano i giovani a voler emigrare dall’Italia in cerca di fortuna all’estero, adesso sono le persone più anziane a voler trasferirsi lontano dal Bel Paese, per godersi al meglio la propria pensione. Gli ultimi dati dell’Inps certificano questo fenomeno in maniera chiara: il 16 per cento dei pensionati italiani ha scelto di compiere il grande passo, abbandonando la propria città, la propria nazione, per vivere all’estero, in quei Paesi dove il costo della vita è spesso inferiore rispetto all’Italia.

Ma non solo.

I Paesi prescelti

La fetta più grande dei pensionati che decidono di lasciare il Paese subito dopo la fine dell’attività lavorativa, per godersi al meglio la propria pensione, ha come meta preferita il Portogallo, seguito a stretto giro di posta dalle Isole Canarie. In cima ai desideri dei neo pensionati italiani anche l’America settentrionale, la lontana Oceania e l’America meridionale. Le pensioni erogate dall’Inps relative ai cittadini che decidono di lasciare l’Italia dopo aver avuto accesso alla pensione di vecchiaia o anzianità contributiva sono in forte aumento rispetto agli altri trattamenti previdenziali, che riguardano sempre le persone che percepiscono la pensione all’estero (tra chi ha lavorato fuori dall’Italia e chi, invece, è immigrato).

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Controlli

I lavoratori che stanno per concludere il lavoro e sono in attesa di andare in pensione, se hanno già deciso di trasferirsi all’estero, devono sapere che nel corso dei prossimi mesi l’Inps avvierà una serie di controlli riguardanti la reale esistenza in vita. I pensionati dovranno inviare il modulo di attestazione che certifica la loro esistenza entro il mese di luglio di quest’anno. Ciò si è reso necessario dopo che una serie di controlli da parte dell’Inps ha certificato l’erogazione di prestazioni previdenziali a 24 mila anziani in realtà deceduti.

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