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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni all’estero: quali destinazioni ospiteranno più italiani nel 2026

Non solo Spagna: ecco le destinazioni più gettonate dai pensionati all'estero e quali sono le previsioni per il 2026
1 mese fa
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Pensioni all'estero, la guerra fa saltare alcuni controlli
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Quello delle pensioni all’estero è un trend che continua a crescere (e verosimilmente lo farà anche nel 2026) e non può essere ignorato. Una scelta che impatta in primis chi si trasferisce all’estero dopo la pensione ma che, con effetto a catena, ha ripercussioni anche sul sistema fiscale italiano. Dove vanno i pensionati all’estero e quanto il lavoro fatto in precedenza incide sulla scelta? I dati Inps degli ultimi anni ci danno una panoramica chiara. Analizziamo insieme per prevedere i flussi dei pensionati all’estero nel 2026.

Pensioni all’estero: quali destinazioni ospiteranno più italiani nel 2026

Le regine indiscusse per i pensionati che si trasferiscono ma senza varcare i confini europei sono, ormai da qualche anno, Spagna e Portogallo.

Ma le cose potrebbero cambiare e queste due destinazioni potrebbero perdere lo scettro (anzi il secondo lo ha già perso superato da Tunisia e Romania dopo che il regime fiscale portoghese per le pensioni estere è cambiato diventando meno conveniente).

Pensione in Spagna: resta la più conveniente?

Partiamo dai numeri indiscutibili che hanno incoronato la Spagna come la meta preferita dai pensionati italiani. Stando ai dati Inps nel 2023 536 nuovi pensionati italiani hanno scelto la Spagna per trasferirsi all’estero dopo la pensione, in aumento rispetto ai 451 del 2022.

Le ragioni climatiche e culturali della scelta sono intuibili ma qui ci interessano quelle economiche e fiscali. Quanto serve per vivere in Spagna e quali sono i vantaggi fiscali per chi si trasferisce? In Spagna il sistema fiscale prevede esenzioni o riduzioni delle imposte sui redditi da fonte estera, incluse le detrazioni per le spese mediche.

Le aliquote fiscali sono più basse che in Italia, ma i vantaggi sono evidenti soprattutto per i redditi più bassi: la detrazione d’imposta massima è di 6.500 euro per i pensionati con un’ età compresa tra i 65 e i 75 anni. Sopra i 75 anni la soglia sale a 7mila euro.

Albania, Romania e Tunisia: le tre IA per la pensione

Dunque il nuovo podio vede insieme alla Spagna la Tunisia (in particolare Hammamet soprattutto se focalizziamo la ricerca agli ex dipendenti pubblici) e la Romania. Gli accordi fiscali tra Italia e Romania permettono di ricevere la pensione a Bucarest senza trattenute.

Sono un migliaio quelli che hanno optato per la destinazione nordafricana tra il 2019 e il 2023 dove la trattenuta sulla pensione è al massimo del 5%.

I numeri del Rapporto Inps sulle pensioni all’estero ci svelano ormai da un po’ anche una tendenza a favore dell’Albania Paese in cui l’imposizione fiscale dal 2021 è praticamente azzerata.

Seguono (ma con numeri ben più bassi) Grecia, Cipro e Malta.

Pensioni all’estero: ex dipendenti pubblici scelgono la Tunisia

La percentuale tassabile per le pensioni italiane in Tunisia è limitata al 20% dell’importo. Inoltre il capofamiglia ha diritto a una detrazione ulteriore. Ma a fare la differenza è l’imposta sul reddito delle persone fisiche: in Tunisia l’aliquota applicata va dallo 0% (fino a 1.500 euro) al 35% (sopra i 50 mila euro).

  Una condizione particolarmente favorevole ai pubblici dipendenti, che invece solitamente sono esclusi dalla defiscalizzazione della loro pensione se si trasferiscono all’estero.

Quanto costa ogni italiano che prende la pensione all’estero

A oggi complessivamente le pensioni italiane pagate all’estero superano i 400 mila assegni (dislocate in oltre 160 paesi). Senza dare nessun giudizio su quello che è un diritto dei pensionati è innegabile che questa situazione rappresenta un esborso Inps senza che vi sia un rientro in termini di consumi. In altre parole non viene rimessa in circolo nel nostro territorio e nella nostra economia interna. Di fatto una parte (sempre meno marginale) della ricchezza generata in Italia finisce per finanziare le casse di altri Stati.

Più che scoraggiare il trasferimento in massa all’estero, probabilmente l’Italia dovrebbe studiare una politica di welfare che renda conveniente restare. Probabilmente ci sarà chi non cambierebbe idea, ma in percentuale sicuramente molti hanno deciso di trasferirsi all’estero per la pensione per ragioni economiche. Possiamo dire che ogni pensionato che si trasferisce all’estero è una perdita non solo in termini nazionalistici e patriottici, ma anche economici e fiscali.

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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