Pensioni anticipate di 3 mesi più lontane, ma alla fine bisogna lavorare 6 mesi in più

Perché se davvero aumenteranno di 3 mesi i requisiti per le pensioni anticipate, c'è chi resterà 6 mesi in più a lavorare?
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1 mese fa
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quota 100 pensione
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Non sarà solo la pensione di vecchiaia a essere interessata dall’aumento dei requisiti a partire dal 2027. Il governo sembra intenzionato a bloccare questo incremento, ma al momento rimane il punto interrogativo sulle risorse da reperire per congelare l’adeguamento.

Chi pensa che il problema riguardi soltanto i nati nel 1960, che nel 2027 rischiano di dover attendere tre mesi in più rispetto a chi è nato nel 1959 per accedere alla pensione, dovrà ricredersi. Il meccanismo dell’aspettativa di vita, infatti, incide anche sulle pensioni anticipate. Ed è proprio qui che i tre mesi di aumento, qualora non venissero bloccati, rischiano di sommarsi a ulteriori tre mesi di ritardo che molti non considerano un effettivo inasprimento delle condizioni.

Il dubbio del lettore: l’aumento si somma alla finestra?

“Salve, sono un vostro lettore nato il 1° giugno 1963. Nel 2027, stando al mio estratto conto contributivo, a novembre dovrei completare i 42 anni e 10 mesi di versamenti che servono, come voi mi insegnate, per la pensione anticipata ordinaria. Ma davvero dovrò restare al lavoro altri tre mesi per via dell’aspettativa di vita? A dire il vero pensavo già di dover restare a lavorare almeno fino a gennaio 2028, a causa della finestra di tre mesi. Secondo voi i tre mesi di aumento coincideranno con la finestra, oppure si aggiungeranno a questa?”

Pensioni anticipate di 3 mesi più lontane, ma alla fine dei conti saranno 6 i mesi persi

Sono due le prestazioni INPS che generalmente subiscono l’influenza dell’aspettativa di vita degli italiani dal punto di vista dei requisiti di accesso: la pensione di vecchiaia ordinaria e la pensione anticipata ordinaria.

  • La prima consente l’accesso alla pensione a 67 anni di età con 20 anni di contributi.
  • La seconda consente il pensionamento con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, senza alcun limite anagrafico.

Nel 2019 queste due misure subirono un aumento di 5 mesi legato all’aspettativa di vita. Da allora – ossia dal 1° gennaio 2019 – i requisiti sono rimasti invariati e lo saranno almeno fino al 2026.

Tuttavia, dal 2027 potrebbe scattare un nuovo aumento di 3 mesi, poiché l’incremento dell’aspettativa di vita di 7 mesi ha compensato il calo di 4 mesi causato dalla pandemia. Di conseguenza, al prossimo aggiornamento biennale, si determinerebbe un disavanzo di 3 mesi.

  • Le pensioni di vecchiaia salirebbero a 67 anni e 3 mesi, con sempre 20 anni di contributi.
  • Le pensioni anticipate ordinarie salirebbero a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne.

Non 3 mesi ma 6 mesi in più rispetto a qualche anno fa

Per le pensioni anticipate occorre aggiungere un ulteriore elemento, sottolineato anche dal lettore nel quesito. È vero che i requisiti sono rimasti invariati dal 2019. Ma non si può ignorare che da alcuni anni è stata introdotta una finestra mobile di tre mesi per l’erogazione del primo assegno pensionistico.

In pratica, le pensioni anticipate non decorrono dal mese successivo al raggiungimento dei requisiti, come accade per le pensioni di vecchiaia.

Partono invece tre mesi dopo. Questo significa che i lavoratori interessati perdono tre mesi di trattamento e, nella maggior parte dei casi, sono costretti a continuare a lavorare in assenza di reddito alternativo.

Quindi, già oggi, molti escono dal lavoro con:

  • 43 anni e 1 mese di contributi se uomini;

  • 42 anni e 1 mese se donne.

Se l’incremento di 3 mesi sarà effettivamente applicato, e se la finestra non sarà abolita, allora i mesi “persi” saliranno a 6. Perché non si è fatto alcun accenno a una possibile revisione della finestra mobile.

Chi è andato in pensione anticipata nel 2019, 2020 o 2021, a confronto con chi ci riuscirà nel 2027, avrà goduto di un vantaggio: ben sei mesi in meno di permanenza sul lavoro. Un dettaglio tutt’altro che trascurabile.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

1 Comment

  1. Buongiorno, mi chiamo Lorenza e lavoro in un ente pubblico a Trento ho 31 anni contributi e il 29/12 1960 compiono 67 anni., e ho 31 anni di contributi quindi io andro’ in pensione di vecchia, e quindi devo fare 3 mesi in più x ricevere la pensione. Aspettando una vostra risposta, cordiali saluti Lorenza Giuliani

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