Esiste una particolare misura previdenziale che offre un trattamento di favore a determinati lavoratori alle prese con quelle che vengono definite mansioni usuranti. La misura si rivolge anche a chi svolge un lavoro notturno, agli autisti dei mezzi di trasporto pubblico e ai cosiddetti lavoratori della linea a catena in fabbrica.
La misura può essere percepita dietro domanda da parte degli interessati. Prima della domanda di pensione però c’è un adempimento aggiuntivo che gli interessati devono per forza di cose rispettare per evitare di trovarsi al di fuori delle dotazioni finanziarie della misura e per evitare di perdere mesi di prestazione.
Il quesito del nostro lettore per la pensione con scivolo usuranti
“Buonasera, sono Andrea e sono un lavoratore che svolge l’attività di fornaio, ma come dipendente. Sono ormai vent’anni che lavoro ogni notte dall’una alle otto. Infatti sono addetto proprio a fare il pane. Non sapevo che anche un’attività come la mia potesse dare diritto alla pensione usuranti 2024. Mi ha aperto gli occhi un mio collega. Ho compiuto 64 anni di età e raggiungerò i 35 anni di contributi versati nel 2024. Secondo voi ho diritto alla prestazione? E se sì, cosa devo fare per poter andare in pensione l’anno prossimo?
Pensione con quota 97,6 nel 2024, chi ci può andare e come fare con la certificazione del diritto
Per andare in pensione con lo scivolo usuranti come viene definita la misura, serve avere un’età almeno pari a 61 anni e 7 mesi. Inoltre servono almeno 35 anni di contributi versati. Contestualmente al doppio requisito anagrafico e contributivo, va completata anche la quota 97,6. Come dicevamo in premessa, la misura si rivolge esclusivamente a chi rientra nel perimetro del lavoro usurante, a chi svolge un lavoro notturno, agli autisti dei mezzi di trasporto pubblico e agli operai della linea catena.
La quota 97,6 non è altro che il risultato della somma di età e contributi dove sono valide anche le frazioni di anno. In pratica, 35 anni di contributi e 61,7 anni di età, non sono altro che le soglie minime a partire dalle quali l’interessato deve verificare se può centrare la relativa quota. Il nostro lettore da quando ci dice rientra a pieno titolo nella misura. Avendo già 64 anni e completando i 35 anni di contributi nel 2024, effettivamente si troverà ad avere tutte le condizioni utili alla misura, complete.
Domanda di certificazione obbligatoria
La misura però ha un adempimento aggiuntivo che gli interessati devono rispettare che è quello della certificazione del diritto. In pratica gli interessati devono presentare prima della domanda di pensione la domanda di certificazione del diritto all’INPS. Si tratta della richiesta della conferma del diritto alla prestazione che solo l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale italiano può dare.
Per quanti maturano il diritto alla pensione in regime usuranti nel 2024, l’adempimento preventivo è già scaduto. Infatti gli interessati avrebbero dovuto presentare l’istanza entro il primo maggio del 2023. Tutti quelli che maturano i requisiti nel 2024 sono assoggettati a questo vincolo così come chi matura il diritto alla pensione nel 2025 dovrebbe provvedere a presentare la domanda di certificazione del diritto entro il primo maggio del 2024.
Pensione che slitta anche di 3 mesi, ecco tutti i perché
Detto questo è evidente che il lettore non avendo presentato questa istanza di certificazione rischia di aver compromesso almeno tre mesi di prestazione. Infatti chi presenta una domanda di certificazione con un mese di ritardo rispetto al primo maggio dell’anno precedente quello di maturazione dei requisiti, perde un mese di pensione.
Le risorse devono prima essere verificate per concedere la pensione con scivolo usuranti ai lavoratori ritardatari
Per la pensione in regime lavoro usurante la misura non ha dotazioni illimitate. In termini pratici, la pensione viene concessa in base alla data di presentazione della domanda, ma anche fino a esaurimento risorse. Che a dire il vero non sono state mai carenti a tal punto da posticipare l’uscita di un richiedente. Resta il fatto che presentare domanda di certificazione in ritardo, porta il lavoratore a dover aspettare che l’INPS, e la sua commissione, conteggi le risorse rimaste prima di passare all’accettazione della domanda di pensione.