Si può anticipare la pensione in modo relativamente semplice all’interno del sistema previdenziale, perché molto dipende dal tipo di lavoro svolto. Per determinate attività – spesso comuni – esistono misure che permettono di accedere alla pensione con un anticipo notevole. Ma servono le giuste conoscenze e le corrette procedure. Tra lavori gravosi, lavori usuranti e vari canali dedicati, è possibile andare in pensione anche oltre cinque anni prima del previsto. Tuttavia, per accedere a pensioni a 61 o 63 anni, o persino prima, serve un documento specifico. Ed è questo il principale dubbio dei contribuenti che si avvicinano a tali misure.
In pensione da 61 a 63 anni o anche prima, ecco il documento che serve
Spesso confuse tra loro, nel sistema previdenziale italiano esistono due grandi categorie di attività che – se svolte per un periodo minimo prestabilito – danno diritto al pensionamento anticipato: i lavori gravosi e i lavori usuranti.
Le misure agevolate dedicate a queste categorie consentono a molti lavoratori di anticipare l’uscita.
Ad esempio, la Quota 41 per lavoratori precoci permette a chi ha 41 anni di contributi, di cui almeno uno versato prima dei 19 anni di età (anche discontinuo), e che ha svolto lavoro gravoso o usurante per 7 degli ultimi 10 anni (o 6 degli ultimi 7), di andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica.
Ape sociale e lavoro gravoso, ecco la guida in sintesi
Per i soli lavori gravosi esiste anche l’Ape sociale, che consente a chi ha 36 anni di contributi e compie 63 anni e 5 mesi di età, di accedere a un trattamento ponte fino alla pensione di vecchiaia a 67 anni. Anche qui è necessario aver svolto attività gravosa per almeno 7 degli ultimi 10 anni o 6 degli ultimi 7.
Infine, con 61 anni e 7 mesi di età, chi svolge un lavoro usurante può accedere allo scivolo dedicato, noto come Quota 97,6. Sono richiesti almeno 35 anni di contributi e il raggiungimento della quota 97,6 sommando età e contributi (valide anche le frazioni di anno).
Lavori gravosi e lavori usuranti
Come detto, i due gruppi vengono spesso confusi, ma sono molto diversi tra loro. I lavori gravosi riguardano 15 categorie specifiche:
- macchinisti dei treni e personale ferroviario viaggiante
- infermieri e ostetriche di sale operatorie e sale parto che lavorano su turni
- camionisti
- lavoratori edili
- facchini
- addetti all’agricoltura
- pescatori
- marittimi
- siderurgici
- addetti all’assistenza di persone non autosufficienti
- gruisti
- maestri ed educatori di asilo nido e infanzia
- conciatori di pelli e pellicce
- addetti alla raccolta o smaltimento rifiuti
- addetti ai servizi di pulizia
I lavori usuranti, invece, sono:
- addetti al lavoro notturno
- autisti del trasporto pubblico
- operai alla linea catena
- lavoratori esposti a alte temperature
- addetti ai lavori in cassoni ad aria compressa
- lavoratori esposti all’amianto
- addetti a cave, miniere e gallerie
- palombari
- lavoratori in spazi ristretti o angusti
In pensione anticipata a partire dai 61 anni, cos’è il modello AP116
Molte attività possono teoricamente dare accesso alle misure sopra elencate. Tuttavia, nella pratica sorge spesso un problema: il lavoratore deve dimostrare di aver svolto effettivamente un lavoro gravoso o usurante.
E l’INPS pretende documentazione chiara e verificabile. Tra descrizioni in busta paga, codici ATECO o ISTAT e certificazioni varie, non è sempre semplice fornire tutto ciò che l’Istituto richiede.
Per questo esiste uno strumento fondamentale: il modello AP116.
Si tratta di un documento che riporta:
- le attività gravose o usuranti svolte
- il periodo esatto di svolgimento
- il CCNL applicato
- le voci INAIL relative al rischio infortuni
- il livello di inquadramento del lavoratore
Il modello deve essere compilato e firmato dal datore di lavoro. Solo se questi non è più reperibile (fallimento, decesso o altri impedimenti) è ammessa una autocertificazione del dipendente, riportando gli stessi dati richiesti dal modello.
In ogni caso, l’INPS incrocia sempre quanto dichiarato con le proprie banche dati: UNILAV, UNIEMENS e tutte le comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro. Da qui si comprende quanto il modello AP116 sia decisivo nel dimostrare il diritto al pensionamento anticipato.