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Oggi: 05 Dic, 2025

In pensione da 61 a 63 anni o anche prima, ecco il documento che serve

In pensione a 61 anni, oppure a 63 anni o anche prima, ecco perché serve il modello AP116 per i lavori gravosi e usuranti.
3 giorni fa
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pensione 5 anni di contributi.
Foto © Licenza Creative Commons

Si può anticipare la pensione in modo relativamente semplice all’interno del sistema previdenziale, perché molto dipende dal tipo di lavoro svolto. Per determinate attività – spesso comuni – esistono misure che permettono di accedere alla pensione con un anticipo notevole. Ma servono le giuste conoscenze e le corrette procedure. Tra lavori gravosi, lavori usuranti e vari canali dedicati, è possibile andare in pensione anche oltre cinque anni prima del previsto. Tuttavia, per accedere a pensioni a 61 o 63 anni, o persino prima, serve un documento specifico. Ed è questo il principale dubbio dei contribuenti che si avvicinano a tali misure.

In pensione da 61 a 63 anni o anche prima, ecco il documento che serve

Spesso confuse tra loro, nel sistema previdenziale italiano esistono due grandi categorie di attività che – se svolte per un periodo minimo prestabilito – danno diritto al pensionamento anticipato: i lavori gravosi e i lavori usuranti.

Le misure agevolate dedicate a queste categorie consentono a molti lavoratori di anticipare l’uscita.

Ad esempio, la Quota 41 per lavoratori precoci permette a chi ha 41 anni di contributi, di cui almeno uno versato prima dei 19 anni di età (anche discontinuo), e che ha svolto lavoro gravoso o usurante per 7 degli ultimi 10 anni (o 6 degli ultimi 7), di andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica.

Ape sociale e lavoro gravoso, ecco la guida in sintesi

Per i soli lavori gravosi esiste anche l’Ape sociale, che consente a chi ha 36 anni di contributi e compie 63 anni e 5 mesi di età, di accedere a un trattamento ponte fino alla pensione di vecchiaia a 67 anni. Anche qui è necessario aver svolto attività gravosa per almeno 7 degli ultimi 10 anni o 6 degli ultimi 7.

Infine, con 61 anni e 7 mesi di età, chi svolge un lavoro usurante può accedere allo scivolo dedicato, noto come Quota 97,6. Sono richiesti almeno 35 anni di contributi e il raggiungimento della quota 97,6 sommando età e contributi (valide anche le frazioni di anno).

Lavori gravosi e lavori usuranti

Come detto, i due gruppi vengono spesso confusi, ma sono molto diversi tra loro. I lavori gravosi riguardano 15 categorie specifiche:

  • macchinisti dei treni e personale ferroviario viaggiante
  • infermieri e ostetriche di sale operatorie e sale parto che lavorano su turni
  • camionisti
  • lavoratori edili
  • facchini
  • addetti all’agricoltura
  • pescatori
  • marittimi
  • siderurgici
  • addetti all’assistenza di persone non autosufficienti
  • gruisti
  • maestri ed educatori di asilo nido e infanzia
  • conciatori di pelli e pellicce
  • addetti alla raccolta o smaltimento rifiuti
  • addetti ai servizi di pulizia

I lavori usuranti, invece, sono:

  • addetti al lavoro notturno
  • autisti del trasporto pubblico
  • operai alla linea catena
  • lavoratori esposti a alte temperature
  • addetti ai lavori in cassoni ad aria compressa
  • lavoratori esposti all’amianto
  • addetti a cave, miniere e gallerie
  • palombari
  • lavoratori in spazi ristretti o angusti

In pensione anticipata a partire dai 61 anni, cos’è il modello AP116

Molte attività possono teoricamente dare accesso alle misure sopra elencate. Tuttavia, nella pratica sorge spesso un problema: il lavoratore deve dimostrare di aver svolto effettivamente un lavoro gravoso o usurante.

E l’INPS pretende documentazione chiara e verificabile. Tra descrizioni in busta paga, codici ATECO o ISTAT e certificazioni varie, non è sempre semplice fornire tutto ciò che l’Istituto richiede.

Per questo esiste uno strumento fondamentale: il modello AP116.

Si tratta di un documento che riporta:

  • le attività gravose o usuranti svolte
  • il periodo esatto di svolgimento
  • il CCNL applicato
  • le voci INAIL relative al rischio infortuni
  • il livello di inquadramento del lavoratore

Il modello deve essere compilato e firmato dal datore di lavoro. Solo se questi non è più reperibile (fallimento, decesso o altri impedimenti) è ammessa una autocertificazione del dipendente, riportando gli stessi dati richiesti dal modello.

In ogni caso, l’INPS incrocia sempre quanto dichiarato con le proprie banche dati: UNILAV, UNIEMENS e tutte le comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro. Da qui si comprende quanto il modello AP116 sia decisivo nel dimostrare il diritto al pensionamento anticipato.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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