Si può andare in pensione anticipata anche con misure vecchie. E lo si può fare subito. Non tutti conoscono davvero ciò che è possibile ottenere sfruttando appieno le normative del sistema pensionistico italiano. Ecco un caso particolare, proposto da un nostro lettore, che dimostra come le vie della previdenza sociale possano essere, a volte, davvero infinite.
“Buonasera, volevo una vostra consulenza per la pensione. Mi sono rivolto ad alcuni esperti di Patronato e mi hanno sempre confermato che l’unica soluzione per me è la pensione di vecchiaia a 67 anni. Io compio a dicembre 66 anni. Ho percepito la Naspi fino a fine 2024. Poi sono rimasto fermo e ho lavorato solo tre settimane nel 2025 presso uno stabilimento balneare. Mi hanno fatto l’estratto conto prima di questo lavoro, al termine della Naspi, e avevo maturato già 40 anni e 3 mesi di contributi. Visto che non trovo lavoro, avevo pensato all’Ape sociale. Ma mi dicono che non vi rientro perché non ho chiuso la carriera con la Naspi, non ho maturato le 13 settimane negli ultimi 3 anni e non svolgo lavori gravosi. Mi chiedo se davvero non ho la possibilità di rientrare nell’Ape sociale. Secondo voi ci sono altre possibilità di andare in pensione?”
In pensione anticipata con la quota 100 pure adesso: ecco la sorpresa che non ti aspetti
In effetti, da quanto ci racconta il lettore, l’Ape sociale non è una misura sfruttabile.
Questo perché avrebbe dovuto pensarci prima di accettare il lavoro nello stabilimento balneare. Al termine della Naspi, infatti, secondo noi avrebbe potuto avere diritto all’Anticipo Pensionistico. Ora, invece, non più.
Almeno non come disoccupato.
Le altre possibilità di utilizzare l’Ape sociale dipendono dall’aver svolto un lavoro gravoso. E da quanto emerge, non svolge né ha svolto attività che rientrano tra quelle previste. A meno che non abbia una invalidità pari almeno al 74% o non sia caregiver convivente da almeno 6 mesi con un familiare disabile grave beneficiario della legge 104, l’Ape sociale — lo ribadiamo — non fa per lui.
Come giustamente gli hanno riferito anche al Patronato. Tuttavia, allargando lo sguardo all’interno del complesso sistema previdenziale, secondo noi esiste comunque una possibilità. E che gli consentirebbe di andare in pensione prima dei 67 anni. Non dovrà attendere dicembre 2026: potrebbe andarci anche subito.
Ecco quando è meglio approfondire le normative prima di piangersi addosso
Il sistema previdenziale italiano è costellato di misure che nascono e muoiono rapidamente. Strumenti che restano in vigore per qualche anno, poi vengono modificati o cancellati.
Tuttavia, in genere, nessuna misura scompare senza lasciare traccia. Esiste infatti il principio del diritto maturato, o “cristallizzazione del diritto”: chi matura i requisiti mentre la misura è in vigore non perde la possibilità di utilizzarla anche negli anni successivi.
Accadrà, per esempio, con la quota 103, destinata — secondo le intenzioni del governo — a cessare il 31 dicembre 2025. Chi maturerà i requisiti entro quella data potrà comunque andare in pensione con quella formula anche nel 2026.
Nel caso del nostro lettore, invece, la via d’uscita potrebbe essere un’altra misura ormai chiusa alla fine del 2021: la quota 100.
Chi oggi ha 66 anni, infatti, a fine 2021 aveva già compiuto 62 anni, ossia l’età minima richiesta dalla quota 100. E se al 31 dicembre 2021 aveva maturato almeno 38 anni di contributi, può ancora oggi accedere a questa modalità di pensionamento.
Certo, la posizione del lettore andrebbe analizzata con attenzione per verificare tutti i dettagli contributivi. Ma è una possibilità che ci sentiamo di indicargli, anche solo come spunto per un approfondimento utile.