Una nuova emissione in dollari per Ankara, probabilmente l’ultima di quest’anno. La Turchia ha completato ieri l’emissione della nuova tranche del bond denominato in valuta americana per 2 miliardi di dollari. Ha attirato ordini per oltre 2 volte e mezzo superiori all’importo offerto da 150 investitori, di cui ben il 55% dal Medio Oriente. Gli investitori domestici hanno inciso, invece, per appena il 4%. Il quinquennale arriva a scadenza il 15 gennaio 2028, per cui presenta una durata iniziale di poco superiore ai 5 anni.

Offre cedola fissa lorda annuale del 9,875%. Il rendimento esitato è vicino al 9% (ISIN: US900123DF45). Sul mercato secondario, infatti, il titolo esibisce una quotazione prossima a 105. Ad essersi occupate dell’operazione sono state Bank of America, Goldman Sachs e JP Morgan.

Nuova emissione a tassi elevati

Con l’emissione del bond la Turchia ha completato il programma di 11 miliardi di dollari previsto per quest’anno per quanto riguarda il reperimento di capitali sui mercati internazionali. Curiosamente, il rendimento offerto è all’incirca lo stesso di quello vigente sul mercato domestico, vale a dire per i titoli quinquennali emessi in valuta locale. Ciò prospetterebbe, almeno in teoria, un tasso di cambio stabile atteso per il medio-lungo termine tra lira turca e dollaro.

Ma le cose stanno assai diversamente. Quest’anno, la lira turca perde oltre un quarto del suo valore dopo averne “bruciato” il 44% nel 2021. La Banca Centrale Turca sta difendendo il cambio intaccando le riserve valutarie, che al netto delle passività e degli swap viaggiano pesantemente in negativo. A tenere calmierati i rendimenti interni è l’adozione di tassi d’interesse bassissimi da parte dell’istituto: 9% contro un’inflazione all’84,39% a novembre, seppur in lieve calo dall’85,51% di ottobre.

Bond Turchia molto rischiosi

Guardando al solo dato del rapporto tra debito pubblico e PIL (42%), il bond della Turchia a 5 anni dovrebbe mostrarsi sicuro.

Invece, è ad alto rischio, tant’è che le agenzie di rating valutano il debito turco “junk” o “spazzatura”. In effetti, a mancare potrebbero essere i dollari necessari per effettuare i pagamenti. Il rischio di ridenominazione in lire sarebbe oggi come oggi elevato. D’altra parte, è anche questo il motivo per cui il titolo offre un rendimento a premio di oltre 600 punti base o 6% rispetto al T-bond di pari durata.

Il bond a 5 anni della Turchia offre un premio di oltre 160 punti base o 1,60% anche rispetto al titolo in scadenza nel marzo 2027 e cedola 6% (ISIN: US900123CL22) e anch’esso denominato in dollari. Quanto al decennale, scadenza settembre 2033 e cedola 6,50% (ISIN: US900123DD96), il suo rendimento attuale sul mercato secondario sfiora anch’esso il 9%. Pertanto, la nuova emissione si rivela allettante per l’entità della cedola offerta. Ciononostante, il retail non dovrebbe perdere di vista i rischi ad essa legati.

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