Questa settimana, Intesa Sanpaolo ha collocato sul mercato il suo primo Social Bond denominato in euro per l’importo di 750 milioni. E’ stata l’emissione più imponente sul mercato bancario italiano per questa tipologia di obbligazioni. E, data la durata di 7 anni, anche la più lunga dal mese di gennaio. Si tratta di un Senior Preferred, i cui proventi saranno destinati ad essere impiegati secondo le linee guida del Green, Social and Sustainability Bond Framework del giugno scorso. Nel dettaglio, serviranno a sostenere i finanziamenti alle piccole e medie imprese in aree svantaggiate e gli operatori no profit attivi nei settori di particolare disagio sociale.

Il Social Bond di Intesa Sanpaolo offre cedola fissa annua lorda del 5,25%. Essa inizia a maturare a far data dal prossimo 13 ottobre. Ha esitato un rendimento pari al tasso “mid-swap” più un margine di 235 punti base o 2,35%. Poiché prima dell’operazione il tasso medio a 7 anni praticato nell’Eurozona risultava essere del 2,91%, il rendimento dell’obbligazione è stimabile al 5,26%. Praticamente, coinciderebbe quasi perfettamente con la cedola.

Social Bond e BTp a confronto

Al netto dell’imposizione fiscale del 26%, il tasso d’interesse offerto agli obbligazionisti è del 3,885%. Certamente, elevato. Considerate che un BTp a 7 anni attualmente offre intorno al 4,15-4,20%. D’altra parte, sconta una minore tassazione del 12,50%, per cui le distanze tra i due rendimenti netti risultano essere basse. E bisogna aggiungere che parliamo di due tipologie differenti di asset. Da un lato, abbiamo un titolo di stato, teoricamente molto sicuro, mentre dall’altro un Social Bond emesso da una banca.

Vero è, però, che i rating assegnati a Intesa Sanpaolo sono più solidi di quelli di cui gode lo stesso stato italiano: BBB per S&P e Fitch, Baa1 per Moody’s. Rispetto alle indicazioni iniziali, lo spread si è ristretto di una ventina di punti.

Era atteso a +255 punti sul “mid-swap”. Gli ordini per il Social Bond sono stati pari a 1,3 miliardi di euro, arrivati da un centinaio di investitori istituzionali, di cui l’87% stranieri. E non è una sorpresa quest’ultimo dato. Cedole così alte non sono ancora usuali nel resto dell’Eurozona, neppure adesso con il rialzo dei tassi BCE in corso.

Il 70% delle richieste è giunto, poi, da parte di investitori specializzati nel segmento ESG, cioè attivi nell’acquisto di obbligazioni sostenibili.

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