Altri 7,50 miliardi di euro nelle casse statali dopo l’ultima asta di BTp a medio-lunga scadenza, i cui risultati confermano il calo dei rendimenti sul tratto lungo della curva e la stabilizzazione su quello corto. Erano tre i titoli di stato offerti. C’era la terza tranche del bond a 5 anni con scadenza 1 giugno 2023 e cedola 3,80% (ISIN: IT0005548315). Assegnati 3 miliardi contro richieste per 4,341 miliardi. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 100,10, cioè leggermente sotto la pari. Il rendimento lordo esitato è salito di 2 punti base al 3,81%.

Per quanto riguarda la quinta tranche del BTp a 10 anni, scadenza 1 novembre 2033 e cedola 4,35% (ISIN: IT0005544082), l’importo assegnato è stato di 3,25 miliardi contro richieste per 4,459 miliardi. Il rendimento è sceso dello 0,20% rispetto all’asta di fine maggio al 4,13%. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 102,21.

Infine, la quindicesima tranche dell’ex BTp a 30 anni. La prima emissione risale al 2003 e la scadenza è fissata per l’1 agosto 2034 (ISIN: IT0003535157). La sua durata residua è ormai di poco superiore agli 11 anni. Offre una cedola molto appetibile del 5% lordo all’anno. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 107,59 e il rendimento si è attestato al 4,18%. Le richieste sono state per 2,096 miliardi contro 1,25 miliardi offerti.

Risultati asta BTp e tassi BCE

I risultati dell’asta BTp confermano, come anticipavamo, che i rendimenti lungo la curva stiano stabilizzandosi ai massimi toccati in questa fase per il tratto medio-breve. Arretrano, invece, per il tratto medio-lungo. La ragione di tale andamento dicotomico si spiega facilmente. I rendimenti a breve sono strettamente legati alle condizioni monetarie, quelli a lungo alle aspettative d’inflazione. Le prime stanno diventando sempre più restrittive con l’aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Allo stesso tempo, questa politica sta mitigando le aspettative sull’inflazione per i prossimi anni.

Con questa emissione di giugno, il Tesoro ha completato il 62% del suo programma per l’anno in corso.

Per il secondo semestre dell’anno, le emissioni a medio-lungo termine sono attese nell’ordine dei 118 miliardi, 33 in meno rispetto alle scadenze. Questi numeri ci spingono a mostrarci cautamente ottimisti per il prosieguo dei rendimenti nei prossimi mesi. Quando i titoli di stato in scadenza superano quelli da emettere, la domanda si rivela abbondante, visto che gli investitori tendono a rinnovare il debito, a meno di non percepire rischi specifici o di preferire altri mercati. Resta il fatto che la BCE continuerà ad alzare i tassi fino a luglio o persino settembre. Ciò aumenterebbe i rendimenti sul tratto medio-breve ancora un po’ e in misura superiore del tratto lungo.

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