In attesa del comunicato ufficiale della Banca Centrale Europea (BCE) al termine della seconda riunione del board dell’anno, il rendimento a 10 anni è sceso in prossimità del 3,60%. Solamente un paio di settimane fa, sfiorava il 4%. Il BTp 1 marzo 2034 con cedola 4,20% (ISIN: IT0005560948), attuale benchmark per la scadenza decennale, è salito ad una quotazione superiore a 105. Segna un rialzo del 2,60% rispetto a due settimane addietro. Nel frattempo, lo spread ha proseguito la discesa iniziata nell’ottobre scorso e nella tarda mattinata di oggi aggiornava i minimi da due anni, attestandosi intorno ai 132 punti base o 1,32%.

Spread in calo mette le ali al BTp 2034

Il mercato crede che non ci sarà alcun taglio dei tassi di interesse nella giornata di oggi. E’ dato per scontato che la politica monetaria resterà invariata. Tuttavia, cresce la convinzione tra gli investitori e gli analisti che la svolta sia vicina. Se non in aprile, a giugno ci sarà la riduzione del costo del denaro. L’inflazione nell’Eurozona continua a tendere al target del 2% e l’economia si mostra debole. Restano e, anzi, si acuiscono le tensioni geopolitiche, che impensieriscono Francoforte per il loro possibile impatto proprio sull’inflazione.

Ad ogni modo, il rendimento a 10 anni dell’Italia in area 3,60%, cioè ai minimi dalla fine del dicembre scorso, segnala insieme allo spread che il rischio sovrano percepito continua ad abbassarsi. Stando ai CDS a 5 anni, i titoli che assicurano contro il rischio default, non è mai stato così basso da svariati anni a questa parte. E questo significa una sola cosa: il mercato crede al taglio dei tassi quanto prima.

Rendimento a 10 anni giù, taglio dei tassi vicino

La discesa dello spread non è una prerogativa italiana. Le distanze restano inalterate tra BTp e bond nel resto del Sud Europa. I Bonos rendono circa lo 0,60% in meno, i bond ellenici circa lo 0,40%.

Interessante il calo del rendimento a 2 anni in Germania, che tende a seguire il tasso sui depositi bancari fissato dalla BCE e attualmente al 4%. Viaggia al 2,83% mentre scriviamo, ai minimi da oltre due settimane. Un altro segnale che va nella direzione di prospettare il taglio dei tassi.

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