A far data dallo scorso 15 luglio è scattato il nuovo periodo di godimento per la cedola del CcT-Eu 15 gennaio 2025 (ISIN: IT0005359846). Il bond fu emesso agli inizi del 2019 e presenta al momento una durata residua di diciotto mesi. Pertanto, si tratta di una scadenza medio-breve. Offre cedola indicizzata all’Euribor a 6 mesi più uno spread di 185 punti base o 1,85%. Essa è corrisposta con periodicità semestrale. Ieri, sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana si acquistava a 102,675, nettamente sopra la pari. E il rendimento?

Esso è variabile per via delle caratteristiche del CcT-Eu.

L’aggancio è al tasso Euribor a 6 mesi vigente due giorni lavorativi precedenti all’inizio di ogni periodo di godimento. Questo significa che la prossima cedola sarà legata al valore in data 13 luglio, quando il tasso di riferimento era del 3,945%. Sommato allo spread indicato, arriviamo a una cedola di circa 5,80%. Questo è il tasso annualizzato. Poiché, come dicevamo, la periodicità dello stacco della cedola è semestrale, a gennaio l’obbligazionista riceverà poco meno del 2,90% del capitale nominale. Fanno 29 euro lordi su ogni lotto minimo di 1.000 euro, circa 25,30 euro netti.

CcT-Eu 2025, messaggio sui tassi BCE

Il rendimento, tuttavia, risulta più basso. Infatti, il prezzo di acquisto è sopra la pari. Questo significa che su base annua attualmente il CcT-Eu offre il 3,90%. Chiaramente, se a gennaio l’Euribor a 6 mesi varierà rispetto ai livelli di metà luglio, anche la cedola tra un anno sarà più alta o più bassa. Il rendimento inevitabilmente cambierà anch’esso. Al netto del tasso a cui fa riferimento, il CcT-Eu ieri offriva lo 0,05%. Esso si confrontava con il rendimento annuale del 3,65% per il BTp a 18 mesi. In altre parole, vi era uno spread negativo di 360 punti base o 3,60%. Questo valore fa riferimento all’Euribor a 6 mesi atteso in media per il prossimo anno e mezzo, cioè da qui alla scadenza del bond.

Considerato che l’Euribor a 6 mesi fosse sopra l 3,94% al termine della scorsa settimana, il mercato starebbe incorporando nei prezzi un lieve calo dei tassi nel medio periodo. Non si attende che la Banca Centrale Europea (BCE) corra a tagliare i tassi d’interesse subito dopo averli portati all’apice, verosimilmente entro settembre e fino al 4,50%. In sé è una cattiva notizia per il mercato obbligazionario. Con l’alta inflazione e il plateau dei tassi avremo a che fare per un bel po’ di tempo.

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