C’è stato un tempo in cui il risparmio di una famiglia italiana era convogliato in un Buono fruttifero postale, il cui capitale riusciva a raddoppiare dopo soli 5/7 anni e triplicare dopo 8/11 anni. Tempi che furono. I tassi d’interesse offerti arrivavano a sfiorare il 15% all’anno. E anche sottratta l’inflazione, restavano più alti di quelli odierni.

Oggigiorno, non c’è Buono fruttifero postale che offra un tasso anche lontanamente soddisfacente, tranne uno. C’è il Buono dedicato ai minori, che già dall’espressione svela a chi è rivolto.

L’intestatario può essere solamente un minorenne e per il solo periodo di tempo in cui ha meno di 18 anni. Al raggiungimento della maggiore età, il buono cessa di fruttare interessi. Ipotizzando che un genitore o nonno acquisti un Buono dedicato ai minori nel giorno stesso della nascita del beneficiario, la sua durata massima sarà di 18 anni.

Ebbene, in questo caso il Buono fruttifero postale in questione vi offre un tasso d’interesse annuale del 2,5% lordo nei 18 anni. Investendovi 1.000 euro, alla scadenza riscuoterete un montante di 1.484,09 euro, già al netto della tassazione del 12,50% sugli interessi. Certo, non stiamo parlando di chissà quali cifre, ma il tasso netto corrisponde al 2,1875% all’anno. Non è affatto poco di questi tempi. Considerate che la BCE si pone un obiettivo d’inflazione del 2% per il medio periodo. In altri termini, con questo buono riuscireste a proteggere il potere d’acquisto dei risparmi intestati al minorenne.

Buono fruttifero postale, confronto con BTp

E il Buono fruttifero postale sostanzialmente così offre più del doppio di un titolo di stato di pari durata. Prendete il BTp 1 agosto 2039 e cedola 5% (ISIN: IT0004286966). Ai prezzi di ieri di oltre 152, il suo rendimento netto annuale è di appena l’1,17%. Entro la scadenza, il rendimento cumulato sarà del 20,5% netto. Il Buono dedicato ai minori nei 18 anni vi staccherà un tasso complessivo netto del 48,4%.

Questo anche perché il calcolo degli interessi avviene diversamente. Le cedole dei BTp sono riscosse semestralmente, per cui il tasso si calcola con l’interesse semplice. Nel caso dei buoni, la riscossione avviene solo alla scadenza o alla previa data di disinvestimento, per cui il calcolo avviene con l’interesse composto (gli interessi fruttano altri interessi).

C’è un’altra differenza a cui fare attenzione: il Buono dedicato ai minori potrà essere riscosso dall’intestatario al raggiungimento della maggiore età. I genitori o il tutore legale potranno farlo solamente dietro autorizzazione del giudice tutelare. E’ opportuno, quindi, avere bene in mente per chi acquista tale buono che dovrebbe privarsi della liquidità per gli anni in cui l’intestatario sarà minorenne. Inoltre, il tasso d’interesse offerto diventa relativamente meno allettante con l’accorciarsi del periodo d’investimento. Se il Buono fruttifero postale è intestato a un minore di 8 anni, la sua durata sarà di 10 anni. Per tale periodo, il tasso offerto è dell’1,50% lordo, pari all’1,32% netto. Un BTp a 10 anni oggi offre tra l’1,10% e l’1,15%. Pertanto, il rendimento extra del buono si riduce a un quinto di punto percentuale.

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