Lo spread si è assestato sui 120 punti base dopo avere toccato un picco di 135 nei giorni scorsi. Il rendimento del BTp a 10 anni è gradualmente rientrato per sostare poco sopra l’1%. Aveva superato l’1,20%. La situazione resta fluida. Il mercato obbligazionario sta cercando di capire con quale intensità la BCE sarà costretta ad alzare i tassi e ad uscire ancora prima dai maxi-stimoli monetari varati con la pandemia. Al di là delle rassicurazioni del governatore Christine Lagarde, i dati parlano chiaro: inflazione nell’Eurozona sopra il 4%, il doppio del target.

Ancora oggi, malgrado la fiammata delle ultime sedute, il BTp a 10 anni offre un rendimento reale nettamente negativo. A fronte del 2,9% d’inflazione in Italia a ottobre, infatti, percepiremmo poco più dell’1% nominale. Pur scontando un assestamento dell’inflazione su livelli più contenuti, difficile considerare i bond sovrani un investimento per mettere a reddito il capitale.

BTp 10 anni, rendimento al 2% vicino?

Detto ciò, dovremmo guardare alla storia recente sui mercati finanziari per capire che un ritorno del BTp a 10 anni al 2% e ben sopra il tasso d’inflazione sarebbe meno lontano nel tempo di quanto crediamo. La BCE iniziò a varare il “quantitative easing” nei primi mesi del 2015 contro il rischio deflazione. Non riuscì subito nell’intento di far risalire gradualmente i prezzi al consumo, meno che mai non in prossimità del target di poco inferiore al 2%. L’anno seguente, il rendimento decennale italiano scendeva a una media dell’1,45%, a fronte di un’inflazione italiana leggermente negativa.

La svolta si ebbe nel 2017, quando il mercato diede per scontato un aumento imminente dei tassi d’interesse da parte della BCE. Il BTp a 10 anni arrivò ad offrire la media di oltre il 2%, a fronte di un’inflazione risalita all’1,2%. Il rendimento lordo reale, dunque, si era consolidato allo 0,8%. Alla guida del governo c’era Paolo Gentiloni, apprezzatissimo dai mercati, anche se la prospettiva delle elezioni politiche creava qualche tensione tra gli investitori.

Mario Draghi mancò l’occasione di alzare i tassi, dato che l’anno seguente la ripresa nell’Eurozona perse slancio e una stretta monetaria apparve inopportuna.

Questa fase che stiamo vivendo sui mercati ricorda molto il 2017, pur con tutte le differenze del caso, specie per il fatto che siamo usciti da una pandemia dagli effetti spaventosi sulle economie. Inoltre, abbiamo tassi d’inflazione molto più elevati e rendimenti sovrani e corporate più bassi. Tuttavia, il “mood” è molto simile: siamo in attesa di una stretta e il clima politico a Roma rassicura. Come allora, non si hanno certezze, invece, circa il futuro corso politico in Germania e Francia per via delle elezioni appena celebrate e da celebrare. Insomma, leggere sugli schermi un rendimento al 2% per il BTp a 10 anni potrebbe essere realtà prima delle previsioni.

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