Giornata di pagamenti per il Tesoro, che oggi dovrà versare sui conti degli obbligazionisti oltre 206 milioni di euro lordi per la corresponsione della cedola del BTp Italia 22 novembre 2028 (ISIN: IT0005517195). Su ogni 1.000 euro di capitale, sarà di 17,20 euro l’importo degli interessi semestrali, pari all’1,72%. Esso è dato dalla somma della rivalutazione per via dell’inflazione per lo 0,913% e della cedola reale dello 0,807%.

Nel maggio scorso, il BTp Italia 2028 esitò un pagamento di gran lunga più abbondante: 50,225 euro per ogni 1.000 euro di capitale nominale posseduto.

Si usciva da un semestre di alta inflazione, mentre negli ultimi mesi l’indice dei prezzi al consumo è variato di poco. Ricordiamo che il bond risulta agganciato all’indice FOI dell’ISTAT.

Confronto con BTp a 5 anni ordinario

Il BTp Italia 2028 (da non confondere con l’altra scadenza di marzo) sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana si acquista in queste ore per 95,45 centesimi. In pratica, puoi inserire in portafoglio un lotto minimo di 1.000 euro per meno di 955 euro. L’acquisto a sconto innalza il rendimento reale, che altrimenti sarebbe solamente dell’1,60% annuo per via delle cedole fissate dal Tesoro con l’emissione di un anno fa. Esso sale al 2,62% e si confronta con il 3,65% offerto dal BTp a 5 anni con cedola fissa.

L’investitore ha davanti a sé queste due alternative: puntare sul bond indicizzato o su quello con cedola fissa, entrambi della durata di cinque anni. Nel primo caso, il BTp Italia novembre 2028 offrirebbe l’1% all’anno in meno del bond ordinario. Questo significa che solamente se l’inflazione italiana attesa in media per i prossimi cinque anni fosse pari o superiore all’1% converrebbe puntare su questo titolo. Se così non fosse, sarebbe più opportuno investire sul BTp a 5 anni con cedola fissa.

BTp Italia 2028 sconta inflazione troppo bassa

Il fatto che il mercato sconti un’inflazione italiana così bassa, fa riflettere.

Da mesi questo cosiddetto “breakeven” tra i due rendimenti si mostra in calo. E’ il segnale che non si respira aria di reflazione stabile, ma che al contrario ci si starebbe avviando verso una fase di disinflazione più o meno marcata. Resta il dubbio che il mercato starebbe sottostimando l’inflazione italiana futura. L’1% medio è assai basso, significa tornare ai livelli pre-Covid. Gli economisti non lo prevedono, anzi mettono in guardia dal rischio opposto.

Bassa è attesa anche l’inflazione per l’intera Eurozona. Lo desumiamo dai BTp€i maggio 2028, che segnalano una media annua dell’1,85% da qui ai prossimi quattro anni e mezzo. Anche in questo caso saremmo sotto il target del 2% della Banca Centrale Europea, ma non così in basso come per l’inflazione italiana. Questo ci porta a pensare che il BTp Italia novembre 2028 possa registrare nei prossimi mesi un “repricing” per incorporare aspettative d’inflazione maggiormente realistiche.

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