Nella giornata di oggi, il Tesoro collocherà in asta tre bond, di cui una nuova emissione. Trattasi del BTp a 7 anni, scadenza 15 giugno 2029 e cedola 2,8%. L’importo offerto sarà compreso tra 3,25 e 3,75 miliardi di euro. Sul 2029 abbiamo già diverse scadenze a febbraio, agosto e novembre. Attualmente, quella di riferimento per il settennale sul mercato sovrano italiano è la scadenza di agosto, che offre un rendimento lordo in area 2,65-2,70% e netto del 2,35%.

Caratteristiche del nuovo BTp 7 anni

Dicevamo, il nuovo BTp 7 anni staccherà una cedola dell’1,4% ogni sei mesi, cioè del 2,8% annuale.

In termini netti, parliamo del 2,45%. Chiaramente, il tasso fissato dal Tesoro per questa nuova emissione non è casuale. Esso riflette l’andamento dei rendimenti sul mercato secondario e offre possibilmente un mini-premio sulla scadenza di agosto.

Verosimile che il BTp 7 anni spunti un prezzo anche leggermente sopra la pari. Tutto dipende dalle condizioni di mercato di queste ore. In genere, negli ultimi anni siamo stati abituati ad ignorare emissioni di questa durata. Eravamo arrivati al punto che, fino a pochi mesi fa, rovistare tra i bond italiani sotto almeno i 20 anni fosse del tutto insensato per via dei rendimenti infimi offerti.

La musica è cambiata piuttosto in fretta e oggi il BTp 7 anni è diventato nuovamente appetibile. Non solo offre un rendimento netto potenzialmente superiore all’inflazione attesa nei prossimi anni; esso presenta una durata relativamente contenuta, tipica dei portafogli individuali. Grazie a ciò, la sua volatilità risulta certamente inferiore a quella di un bond di durata ben maggiore. E dato il rialzo dei tassi BCE nei prossimi mesi, sarebbe un modo per non esporsi eccessivamente ai rischi del mercato.

Segnale per l’intero debito pubblico

Come sappiamo, il BTp 7 anni è particolare per l’Italia. Esso capta la durata media ponderata dei titoli di stato, cioè del debito pubblico. In buona sostanza, il suo rendimento riflette tendenzialmente il costo sostenuto dallo stato sull’intero stock.

E bisogna ammettere che sia lievitato oltre le attese. Una pessima notizia per i contribuenti, non certo per gli obbligazionisti.

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