Il gigante tecnologico cinese Tencent ha annunciato che il prossimo 11 aprile emetterà obbligazioni in dollari per un controvalore di 6 miliardi, di cui 5,98 miliardi saranno gli incassi netti per la società. Si tratta del collocamento più imponente in Asia quest’anno, stando ai calcoli di Reuters/Refinitiv. L’emissione fa parte del Global Medium Term Note Programme, avviato nel 2014 e che da allora ha consentito l’utilizzo di 9,5 miliardi di dollari di liquidità raccolti sui mercati. Il bond sarà sottoposto alla legislazione britannica e negli USA verrà offerto solo agli investitori istituzionali.

Obbligazioni corporate USA ad alto rendimento fanno meglio delle “AAA” a gennaio

Tencent torna a rifinanziarsi sui mercati dopo 15 mesi. L’ultima emissione risale, infatti, al gennaio del 2018, relativamente alle obbligazioni con scadenza nel 2038 e cedola 3,925%, le quali oggi rendono il 4,41%, con le quotazioni ad avere perso circa il 6% da allora. Molto solido il rating del colosso cinese. Moody’s valuta “A1” con prospettive “stabili” i suoi bond e sia S&P che Fitch assegnano un giudizio di “A+” e sempre con prospettive “stabili”.

In borsa, Tencent capitalizza quasi 454 miliardi di dollari, circa 35,4 volte i profitti, ma lo scorso anno le azioni hanno accusato un duro colpo, allorquando la Cina ha per la gran parte del tempo bloccato il rilascio delle autorizzazioni alla vendita di videogiochi, di fatto arrestando la crescita del “core” business della società. E così, tra gennaio e ottobre si è registrato un crollo del 45%, sottraendo alla capitalizzazione qualcosa come 190 miliardi. Da allora, però, grazie al rilascio delle autorizzazioni da parte di Pechino a dicembre, il titolo ha recuperato circa il 45%, con il +22,6% messo a segno solo quest’anno. Tra le nuove uscite su cui si punta a mettersi le spalle i ritardi vi è “Il Trono di Spade”.

I numeri del colosso cinese

Nel 2018, il gigante ha chiuso l’esercizio con ricavi in crescita del 32% a 312,7 miliardi di yuan, qualcosa come 40,65 miliardi di euro al cambio odierno.

In miglioramento anche l’utile del 10% a 80 miliardi di yuan (10,4 miliardi di euro), anche se il margine è sceso dal 30% del 2017 al 26%. E a fronte di un “free cash flow” di 28,6 miliardi, al 31 dicembre scorso i debiti netti di Tencent ammontavano a soli 12,2 miliardi. Si capisce, dunque, la ragione della solidità del rating. Per l’investitore dell’Eurozona, il rischio principale di acquistare obbligazioni Tencent risiede nel cambio contro il dollaro.

Tuttavia, i rendimenti dei bond già emessi dalla società appaiono abbastanza allettanti. Si consideri, ad esempio, che mediamente le obbligazioni corporate in dollari e negoziate negli USA al momento rendono il 3,4%, 100 punti base in meno del bond ventennale emesso da Tencent in valuta americana un anno fa. In sostanza, offrono un premio cospicuo, a fronte del medesimo rischio di cambio. Non solo le lunghe scadenze, bensì pure quelle ravvicinate offrono rendimenti impensabili oggi per il mercato europeo, con le obbligazioni maggio 2019 e cedola 3,375%, denominate sempre in dollari, ad esitare un 4,4%.

Corporate sicuri una rarità, eppure rendono più dei Treasuries

Eppure, l’investimento non è scevro da rischi. Nel 2018, un terzo dei ricavi è arrivato dai giochi online, in crescita di ben 11 volte rispetto ai livelli del 2010, sostenuti dal boom su smartphone, il quale ha più che compensato il calo accusato dai giochi su PC. Ma l’ampliamento della platea dei giocatori non sta camminando di pari passo all’aumento dei ricavi e dei profitti, perché la scorsa estate è stata la stessa società ad avere ammesso che i suoi clienti si stiano spostando in misura crescente verso i giochi gratuiti, per cui la monetizzazione sta diventando più difficile. Inoltre, il business resta esposto agli umori delle autorità cinesi, le quali nei mesi scorsi hanno indotto Tencent a ritirare il gioco “Monster Hunter: World” ad appena due giorni dal suo lancio sul mercato, in quanto giudicato troppo violento.

E sarebbe proprio questa la fonte principale di quel “premio” che le obbligazioni offrono agli investitori rispetto ai rendimenti medi esitati negli USA per titoli di pari rating. Quando si ha a che fare con Pechino, nulla è scontato.

[email protected]