Il mercato Himtf ha annunciato l’altro ieri di avere sospeso la negoziazione delle azioni e delle obbligazioni subordinate con scadenza 30 dicembre 2021 (ISIN: IT0005067019) della Banca Popolare di Bari, in attesa di sviluppi. L’istituto naviga in cattive acque finanziarie e per garantirne la sopravvivenza si sta ipotizzando un salvataggio a carico dello stato, che avverrebbe attraverso l’intervento di Mediocredito Centrale in una seconda fase, mentre nell’immediato sarebbe il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, riunitosi ieri per discutere sul da farsi, a dare il suo contributo.

Banca Popolare di Bari salvata dalla bozza del Def

Le obbligazioni subordinate della banca ammontano in totale a circa 353 milioni di euro, di cui 213,3 milioni sono attinenti alle suddette 30 dicembre 2021 e cedola 6,50%. Sono della tipologia Tier 2, per cui comportano effettivamente rischi per l’obbligazionista nel caso in cui le condizioni della banca emittente si deteriorassero nel corso dell’investimento, tra mancato pagamento delle cedole e, nell’ipotesi peggiore, mancato rimborso del capitale alla scadenza.

Con il “bail-in”, poi, il salvataggio pubblico diverrebbe possibile solo dopo che gli investitori privati (nell’ordine: azionisti, obbligazionisti subordinati, obbligazionisti senior e titolari di conti correnti/deposito sopra i 100.000 euro) avranno contribuito alle perdite per una percentuale non inferiore all’8% della massa attiva. Nel caso della Popolare di Bari, il solo capitale azionario nominale varrebbe 815 milioni, per cui teoricamente sarebbe sufficiente un minimo coinvolgimento delle obbligazioni subordinate per adempiere alla nuova disciplina europea.

Rischi per gli obbligazionisti

Ad ogni modo, la paura tra gli obbligazionisti serpeggia, eccome. Stando agli ultimi dati disponibili di Himtf, le contrattazioni hanno assistito a un vero tracollo dei prezzi del bond, fino all’ultimo valore di 47,4 centesimi. A queste quotazioni, il rendimento della scadenza triennale risulta esploso al 50% ed evidentemente si giustifica solo scontando una rinegoziazione dei titoli o un vero e proprio default della banca.

Il problema principale, tuttavia, per i detentori consiste al momento della quasi impossibilità di rivendere i bond sul circuito secondario, data la sospensione temporanea delle negoziazioni. Anche quando queste dovessero riprendere, difficile immaginare che vi sia una controparte disponibile ad acquistare, almeno non ai prezzi desiderati. La scarsa liquidità dovrebbe farli crollare ulteriormente, a meno che dalla Popolare di Bari non arrivino improbabili notizie rassicuranti sul futuro dell’istituto.

Obbligazioni subordinate “vietate”ai risparmiatori, giusto privarli di opportunità di guadagno?

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