La Banca Mondiale emise obbligazioni sostenibili nel 2019 e denominate in pesos messicani con cedola fissa lorda del 6,65% (ISIN: XS2033363222). Hanno scadenza in data 30 luglio 2024, per cui attualmente presentano una durata residua inferiore ai due anni. All’inizio di questa settimana, il titolo esibiva una quotazione di circa 94,60 centesimi. Ne scaturiva il rendimento lordo di poco superiore al 10%. Ma la novità di questi giorni è che il bond risulta essere finalmente negoziabile anche sul Mercato obbligazionario Telematico (MoT) di Borsa Italiana. L’importo emesso fu allora di 1,9 miliardi di pesos, che al cambio attuale fanno 94,50 milioni di euro.

Il taglio minimo è stato fissato in 100.000 pesos, poco meno di 5.000 euro.

Negli ultimi sei mesi, alla Borsa di Lussemburgo queste obbligazioni sostenibili sono rimaste sostanzialmente stabili in termini di prezzo. Nel frattempo, però, il peso messicano si è rafforzato del 13,5% contro l’euro, mentre nell’ultimo anno ha messo a segno un rialzo prossimo al 17%. In altre parole, chi ha potuto e voluto acquistare questo titolo, negli ultimi mesi ha beneficiato dell’effetto cambio a doppia cifra.

Obbligazioni sostenibili, appeal e rischi legati al cambio

Il boom del peso messicano è legato a quello delle quotazioni petrolifere, essendo il Messico un paese esportatore di greggio. Questo non significa, tuttavia, che il trend futuro sia simile per il prossimo futuro. Al contrario, può ben accadere che l’euro torni ad alzare la testa contro il dollaro e la valuta messicana. Ed è proprio quanto sta scontando il mercato, altrimenti non si spiegherebbe perché un bond emesse da un ente con rating AAA debba offrire così tanto per una scadenza molto corta.

Tanto per farvi un esempio, un emittente altrettanto solido come la Germania offre per la scadenza a 2 anni meno di 1,30%. Lo spread offerto dalle obbligazioni sostenibili sfiora, quindi, i 900 punti base o il 9%. In un biennio, qualcosa come quasi il 18%.

E questo è il rischio di cambio atteso dagli investitori. Negli ultimi dieci anni, il peso messicano ha perso contro l’euro appena il 17%, qualcosa come la media di 1,6% all’anno. Questo trend di lungo periodo rende il titolo relativamente appetibile. In assenza di grosse variazioni inattese del cambio, il bond si rivelerebbe molto remunerativo. Ma fa specie pensare che il mercato non si faccia ingolosire da un rendimento sopra il 10%. C’è l’evidente attesa per una risalita dell’euro dopo il tonfo sotto la parità contro il dollaro.

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