Sarà uno stato minuscolo, accusato di essere un paradiso fiscale per gli allergici alle tasse, ma il Gran Ducato del Lussemburgo riscuote sempre il suo fascino anche per l’alone di mistero che lo circonda. A settembre, il ministro delle Finanze, Pierre Gramegna, è stato il primo a collocare sul mercato europeo obbligazioni sostenibili. Lo ha fatto con un’emissione da 1,5 miliardi di euro, che ha raccolto ordini per 12,5 miliardi, oltre 8 volte superiori. L’operazione è stata studiata in accordo ai principi ICMA (International Capital Market Association) per i bond verdi, sociali e sostenibili (ESG) e in conformità alla bozza europea sugli standard per i green bond.

Obbligazioni sostenibili in dollari canadesi della Banca Mondiale emesse ieri

Numerosi gli obiettivi che potranno essere finanziati grazie ai proventi raccolti dall’emissione. Si va dalle politiche per la casa alla tutela della biodiversità, dall’efficienza energetica alla costruzione di edifici “verdi”, passando per energie rinnovabili e la creazione di occupazione, etc.

Nel dettaglio, parliamo di un bond senza cedola o “zero coupon” con scadenza 14 settembre 2032 (ISIN: LU2228213398). Il pricing ha esitato un rendimento del -0,123%. Non dobbiamo stupirci, perché il Lussemburgo fa parte del piccolo ed esclusivo club della tripla A, vale a dire che il suo debito è giudicato dalle agenzie internazionali al massimo dell’affidabilità. Qui, il PIL pro-capite da circa 100 mila euro l’anno risulta tra i più alti al mondo, sebbene il costo della vita sia altrettanto elevato e gran parte della ricchezza sia riconducibile alle multinazionali che qui vi hanno formalmente solo la sede per sfruttarne la giurisdizione finanziaria e fiscale.

Andamento del bond

Ad ogni modo, il bond sostenibile emesso a settembre oggi viaggia a un rendimento lordo del -0,25% e una quotazione in area 103. Significa che in poco più di 2 mesi ha messo a segno guadagni per circa l’1,5%.

La finanza sostenibile attira capitali crescenti nel mondo. Crescono ogni giorno di più i fondi d’investimento che per statuto possono impiegare i capitali dei clienti solo in assets eco-compatibili e/o che rispettano determinate clausole sociali. Una tendenza, che accresce la liquidità degli scambi e abbassa i costi di queste emissioni.

Peraltro, le obbligazioni sostenibili in euro potrebbero attirare nei prossimi mesi e anni investitori dal resto del mondo per via dell’atteso apprezzamento del cambio. Certo, per contro bisogna considerare che il rendimento già decisamente negativo limiterebbe gli ulteriori guadagni. Molto dipenderà dalle decisioni di politica monetaria della BCE. Un probabile nuovo taglio dei tassi overnight e il potenziamento degli acquisti di bond sosterrebbero i prezzi dell’obbligazionario nell’Eurozona, sebbene appaia improbabile che questi possano spingersi oltre, specie con le avvisaglie di fine della pandemia nel 2021 e la prevedibile reflazione ad essa associata. Ad ogni modo, il titolo resta un asset di estrema qualità da inserire in portafoglio più per la sua natura di bene rifugio che non certo per il rendimento. Se, poi, arrivasse qualche plusvalenza, ben venga.

Investire sulla sostenibilità proteggendo il capitale

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