Salini, società controllata al 100% da Salini Costruttori, ha annunciato di avere concluso con successo l’emissione di nuove obbligazioni per un controvalore nominale di 225 milioni di euro. Il bond è stato rivolto esclusivamente agli investitori istituzionali domestici e non, ad esclusione di quelli residenti negli Stati Uniti. Si sono occupati dell’operazione Bank of America e Intesa Sanpaolo in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners. Il taglio minimo è stato di 100.000 euro e l’emissione è avvenuta alla pari.

Caratteristiche salienti

Rispetto alle indicazioni iniziali, le condizioni a cui le nuove obbligazioni Salini sono state collocate sul mercato risultano leggermente migliori per l’emittente.

La cedola è stata fissata al 4% lordo annuale e la corresponsione sarà con cadenza trimestrale. La scadenza cade in data 30 maggio del 2028, per cui parliamo di un bond della durata di quattro anni. I proventi della raccolta saranno destinati all’estinzione di un debito bancario contratto con Intesa Sanpaolo e sue controllate, nonché per eventuali altri scopi aziendali.

La caratteristica di queste obbligazioni Salini è che sono “secured” o garantite. Cosa significa? A garanzia del rimborso è stato previsto un pegno su un numero di azioni pari a 2,5 volte quelle sottostanti il bond. Questi è, infatti, anche convertibile in azioni Webuild, società controllata dalla stessa Salini e nata dalla fusione tra questi e Impregilo. Nel dettaglio, le azioni oggetto della conversione dovrebbero essere fino a un massimo di 96,15 milioni, corrispondenti a quasi il 10,5% del capitale sociale ordinario.

Conversione, opportunità e rischi

Il prezzo di conversione è stato fissato a 2,60 euro, che risulta a premio del 25% sul prezzo di chiusura a Piazza Affari prima dell’operazione. Questo significa che il possessore di obbligazioni Salini avrà convenienza ad esercitare la conversione in azioni Webuild, se il prezzo di borsa di queste ultime risulti per allora superiore ai 2,60 euro suddetti. In quel caso, potrà rivenderle subito e intascare la differenza.

Se il prezzo risultasse inferiore, invece, la convenienza non ci sarebbe affatto. Anzi, avrà perso l’opportunità di acquistare bond con rendimenti più alti.

In effetti, le obbligazioni convertibili offrono da un lato la possibilità di lucrare sull’eventuale aumento dei prezzi azionari, dall’altro offrono cedole più basse delle emissioni ordinarie. Ad esempio, le obbligazioni Salini appena emesse offrono un rendimento iniziale del 4%, mentre le obbligazioni Webuild ordinarie per la medesima scadenza sfiorano attualmente il 5%. Implicitamente, l’emissione è avvenuta a premio per la società di quasi l’1%.

Obbligazioni Salini scommessa sull’economia

Quante probabilità ci sarebbero che da qui a quattro anni le azioni Webuild superino i 2,60 euro? L’ultima volta che tale soglia venne toccata fu agli inizi del 2018. Sono passati più di sei anni. Dieci anni fa, invece, si aggiravano ancora intorno a 4,20 euro, il doppio dei livelli attuali. Quest’anno, guadagnano quasi il 13%, un po’ meno del 14% messo a segno dall’indice Ftse Mib. La società è attiva nel business delle costruzioni, in Italia e all’estero. E tipicamente esso si mostra molto legato alla congiuntura economica. In un certo senso, investire nelle obbligazioni Salini convertibili equivale a scommettere sul buon andamento dell’economia italiana e nel resto del mondo per i prossimi anni.

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