La compagnia petrolifera messicana Pemex ha annunciato in settimana l’emissione di nuove obbligazioni in dollari per il controvalore di 2 miliardi. Il bond avrà scadenza 2029 e offrirà agli obbligazionisti un tasso d’interesse lordo annuo dell’8,75%. I proventi saranno destinati al pagamento delle fatture ai fornitori in scadenza entro il 31 maggio di quest’anno. Al termine del primo trimestre, i pagamenti da corrispondere ai fornitori ammontavano a 72,6 miliardi di pesos (3,7 miliardi di dollari al cambio attuale). Al momento, si stima che il debito sia lievitato a 5 miliardi di dollari.

A causa della debole domanda, l’emissione è stata abbassata a 1,5 miliardi di dollari e la cedola innalzata al 9,25%.

I conti disastrosi della compagnia petrolifera

Le obbligazioni in dollari di Pemex appaiono un’opportunità di diversificare il portafoglio d’investimenti, puntando sui titoli legati al comparto energetico. In questa fase, è certamente quello che maggiormente sta beneficiando del boom delle quotazioni di petrolio e gas. Ma nel caso della compagnia messicana, occorre qualche accortezza in più del solito. Se non fosse per lo stato, sarebbe probabilmente già andata in default. Ha beneficiato nel 2021 di sostegni del governo per 10 miliardi di dollari e di benefici fiscali per altri 3,6 miliardi.

Le agenzie di rating assegnano alle obbligazioni Pemex rating bassi: BBB per S&P, BB- per Fitch e Ba3 per Moody’s. Le ultime due valutano l’emittente “non investment grade”, cioè speculativo. In effetti, trattasi della compagnia petrolifera più indebitata al mondo con passività per 108,1 miliardi di dollari. Grazie al boom del petrolio è tornata all’utile (+6,125 miliardi nel primo trimestre), ma la sua produzione è calante da anni. Con 1,5 milioni di barili al giorno estratti ad aprile, segna il livello più basso dagli anni Settanta.

Obbligazioni in dollari di Pemex ad alto rischio di credito

Il governo del presidente Andres Manuel Lopez Obrador ha rivisto al ribasso l’obiettivo sull’output.

Nel frattempo, gli investimenti sono stati dirottati a favore della raffinazione e non sono state effettuate scoperte di nuovi giacimenti. Ai livelli attuali, le riserve petrolifere sarebbero sufficienti per appena nove anni di estrazioni. Insomma, il business di Pemex è in malora e questo giustifica l’andamento pessimo delle sue obbligazioni in dollari, tra le peggiori sui mercati emergenti di quest’anno. Il bond “callable” 28 gennaio 2031 e cedola 5,95% (ISIN: US71654QDE98) è salito a un rendimento lordo in area 9,4%. Perde il 15% nell’ultimo anno.

Va detto che, essendo una compagnia statale, difficilmente Pemex andrebbe lasciata fallire dal governo. Per contro, ad essere bassi sono anche i rating sovrani (BBB/BBB-/Baa1), indeboliti tra l’altro proprio dal continuo sostegno dello stato ai conti societari allo sfacelo. Del resto, gli alti rendimenti delle obbligazioni in dollari segnalano il rischio di credito non indifferente.

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