Banca MPS ha concluso con successo l’emissione di obbligazioni garantite, cosiddetti “covered bond”, per il controvalore di 1 miliardo di euro, scadenza ottobre 2026 e cedola fissa annuale allo 0,875%. Il collocamento è avvenuto al prezzo di 99,622%, per cui il rendimento alla scadenza è stato esitato allo 0,931% all’anno. In chiusura, gli ordini avevano superato i 4 miliardi, per cui sono risultati più che quadrupli rispetto all’importo offerto da Siena. Ciò ha consentito alla banca di abbassare il costo di emissione, con lo spread rispetto al “midswap” ad essersi ristretto a 125 punti base, meno dei 135 inizialmente previsti.

Il bond ha rating atteso pari ad “A1” per Moody’s, “A+” per Fitch e “AAL” per Dbrs. Trattasi di giudizi superiori a quelli di cui gode la banca e pari a “B” per Fitch, “B – high” per Dbrs e “B1” per Moody’s sulle emissioni a lungo termine. Si capisce come il debito appena emesso abbia riscosso l’appetito di 190 investitori istituzionali, di cui il 60% fondi e 31% banche e assicurazioni. Quanto alla provenienza delle richieste, abbiamo un buon 30% da Germania e Austria, il 23% dall’Italia, il 18% dal Regno Unito e il 14% dal Nord Europa.

Le obbligazioni garantite dai mutui danesi opportunità d’investimento?

Covered bond opportunità di investimento “sicura”

Come mai queste obbligazioni hanno rating così alto per una banca salvata dallo stato italiano meno di due anni fa? Come evidenziato all’inizio dell’articolo, esse sono garantite, “coperte” per usare il termine inglese. Da cosa? Da appositi assets individuati dall’emittente e separati anche sul piano giuridico dal resto del patrimonio della banca. E questi possono essere escussi dai creditori nel caso di inadempienza dell’emittente. In buona sostanza, si tratta di titoli sicuri, tant’è che nemmeno nel caso di “bail-in” vengono coinvolti nelle perdite dell’istituto, nemmeno dopo che siano stati intaccati tutti gli altri bond.

Dunque, queste obbligazioni così garantite appaiono allettanti per i risparmiatori, sebbene non offrano granché in termini di rendimento proprio in virtù del loro grado di sicurezza. Tuttavia, lo 0,93% esitato dal collocamento odierno equivale a 45 punti base (0,45%) in più rispetto a quanto oggi rende un BTp di pari durata residua. Pertanto, in termini relativi non sarebbe stato un cattivo affare per i piccoli investitori individuali, anche perché ad oggi la banca risulta controllata dallo stato, che tramite il Tesoro detiene oltre i due terzi del capitale. Dunque, inimmaginabile che MPS possa essere responsabile di un qualche evento creditizio, almeno fino a quando non sarà in mani pubbliche. E per quanto detto, persino in quel caso non verrebbero meno i pagamenti dei bond garantiti.

Per questo, si capisce davvero poco la ragione per cui si sia preferito rivolgersi ai soli investitori istituzionali. A loro sono generalmente riservate le emissioni più rischiose, tanto che da anni nessuna banca italiana piazza più obbligazioni subordinate tra la clientela, al fine di mettersi al riparo da critiche e denunce in casi avversi. Poco comprensibile anche questo atteggiamento, quando basterebbe accompagnare le suddette emissioni a una campagna d’informazione puntuale sui rischi annessi, ma molto meno la ragione per cui ai risparmiatori ordinari non venga consentito di approfittare di occasioni profittevoli, date le condizioni del mercato, nonché “sicure”.

Pioggia di obbligazioni subordinate appetibili e precluse ai risparmiatori

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