Questa settimana ha visto Intesa Sanpaolo tornare sul mercato con l’emissione di due nuove obbligazioni in dollari. I titoli sono negoziati sul Mercato obbligazionario Telematico e su EuroTLX di Borsa Italiana. Si tratta di bond interessanti, perché consentono di investire su asset denominati in valuta statunitense e per le caratteristiche peculiari offerte. Le scadenze sono medio-lunghe, rispettivamente di 4 e 5 anni. In entrambi i casi, poi, il taglio minimo è stato fissato in soli 2.000 dollari USA, circa 1.845 euro al tasso di cambio di venerdì scorso.

Caratteristiche bond con cedole step up e mista

Analizziamo adesso le caratteristiche salienti delle due obbligazioni Intesa Sanpaolo. La tranche a 4 anni va in scadenza in data 29 giugno 2027 (ISIN: XS2641775452). Essa offre al possessore cedole crescenti e corrisposte su base semestrale. Infatti, il tasso d’interesse lordo per il primo anno è del 3,60% e successivamente sale dell’1% all’anno fino ad arrivare al 6,60% per il quarto e ultimo anno. Questo bond offre una cedola annua media lorda del 5,10%. Dovete considerare che la quotazione sul mercato secondario fosse inferiore ai 99 centesimi nella seduta di venerdì, ragione per cui il rendimento alla scadenza in media si attesterebbe in area 5,45%.

E poi c’è la tranche a 5 anni, scadenza 29 giugno 2028 (ISIN: XS2641797852). Offre una cedola mista corrisposta con frequenza annuale. In effetti, per i primi due anni il tasso d’interesse lordo è fissato al 6,15%. Successivamente, esso sarà pari al SOFR (ex Libor), il tasso overnight usato sul mercato negli Stati Uniti. Il “floor” sarà del 4,20% e il “cap” al 6,15%. In altre parole, quali che siano i movimenti del SOFR, la cedola non potrà risultare più bassa del 4,20% e più alta del 6,15%. Una garanzia per l’investitore per i casi di forte discesa dei tassi d’interesse. Attualmente, il SOFR supera la soglia del 5%.

Obbligazioni Intesa Sanpaolo in dollari, confronto tra due tranche

Nel caso migliore possibile, queste obbligazioni Intesa Sanpaolo offrono una cedola media annua del 6,15%.

Nel caso più sfortunato, vale a dire se il SOFR fosse sempre pari o inferiore al 4,20% dal terzo anno fino alla scadenza, la cedola media scenderebbe al 4,98%. Anche in questo caso, però, il rendimento lordo risulterebbe più alto, in quanto la quotazione di venerdì risultava sotto i 99 centesimi. A questo prezzo, si muoverà tra un minimo del 5,25% a un massimo di circa 6,45%.

Facendo il confronto con la tranche a 4 anni, viene da dire che la seconda a 5 anni sia preferibile. In effetti, pur addossandosi il rischio di perdere la scommessa sui tassi d’interesse, il rendimento minimo che si percepirebbe sarebbe solo di poco inferiore a quello certo garantito dal primo bond. C’è da dire che tale rischio è elevato. Il SOFR era intorno allo zero in pandemia. E’ risalito drasticamente con l’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve. Ma da qui ai prossimi due anni, molto probabile che l’istituto torni a tagliare i tassi e che il SOFR scenda sotto i livelli minimi del 4,20% fissati per il “floor”.

In entrambi i casi, infine, le obbligazioni Intesa Sanpaolo in dollari espongono al rischio di cambio per il caso in cui la divisa americana perda valore contro l’euro. Il capitale rimborsato varrebbe di meno e così anche le cedole staccate da qui alla scadenza. Ciò spiega il relativo livello elevato delle cedole offerte dall’emittente bancario. I tassi sul mercato statunitense sono più alti e risentono anche dell’indebolimento atteso per il dollaro nei prossimi anni.

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