Nei giorni scorsi, IAG ha raccolto capitali sul mercato del debito con l’emissione di un bond in euro suddiviso in due tranche: una a 4 anni e l’altra a 9 anni. L’importo emesso è stato di 1,2 miliardi, superiore al miliardo a cui la società puntava alla vigilia dell’operazione. Grazie agli ordini ricevuti per circa 3 miliardi, è stato anche possibile rivedere al ribasso il rendimento delle due tranche di 50 punti base in entrambi i casi. Infatti, la scadenza 2025 è stata piazzata tra gli investitori al 2,75% e quella 2029 al 3,75%, in calo dal 3,25% e 4,25% ipotizzati.

IAG è una società anglo-spagnola, nata nel 2011 dalla fusione di British Airways e Iberia. Tra le compagnie aeree possedute vi sono anche la spagnola Vueling e l’irlandese Aer Lingus.

Questo non è un periodo per nulla facile per il trasporto aereo, colpito dalla pandemia più di qualunque altro comparto. Le compagnie di IAG stanno volando ancora al 20% della loro capacità. Una ripresa completa è attesa solo nei prossimi anni e i livelli dei passeggeri pre-Covid sarebbero riagganciati nel 2024, stando alla lobby internazionale IATA. A causa di tale tracollo, IAG sta “bruciando” cassa per 185 milioni di euro a settimana. A febbraio, la società aveva rassicurato di disporre di liquidità a sufficienza per affrontare i costi, per cui l’emissione della settimana scorsa è giunta parzialmente a sorpresa.

Il mesi peggiori per gli investitori obbligazionari di IAG sono stati marzo e settembre dello scorso anno. Pensate che l’obbligazione con scadenza 4 luglio 2027 e cedola 1,5% (ISIN: XS2020581752) si era schiantata sotto i 70 centesimi, arrivando a offrire un rendimento superiore all’8,6%. Venerdì scorso, lo stesso titolo risultava salito di quasi il 32% in area 91,60 centesimi, scendendo a un rendimento del 3,10%. Per quanto il momento sia buio, l’attesa ripresa del traffico aereo spinge ad accettare il rischio, peraltro ben remunerato da rendimenti non esistenti ormai tra le emissioni “investment grade”.

I rating di IAG sono “spazzatura”: BB per S&P, Ba2 per Moody’s.

La crisi degli aerei e degli aeroporti: passeggeri come il 1995

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