Ieri, ENEL ha collocato sul mercato nuove obbligazioni sostenibili o “sustainability-linked” in tre tranche, attraverso un consorzio bancario. La compagnia energetica italiana ha raccolto 3,25 miliardi di euro, a fronte di ordini per 3,5 volte superiori e pari a 11,3 miliardi. Il successo dell’operazione è stato evidente sin dai rendimenti esitati. Per tutte, la data di regolamento è stata fissata al 17 giugno 2021.

  • La tranche con scadenza 17 giugno 2027 e zero coupon è stata prezzata a 98,909 centesimi, per cui il rendimento lordo annuale risulta dello 0,183%;
  • la tranche con scadenza 17 giugno 2030 e cedola 0,5% è stata prezzata a 99,728 centesimi, offrendo così un rendimento lordo annuale dello 0,531%;
  • la tranche con scadenza 17 giugno 2036 e cedola 0,875% è stata prezzata a 98,061 centesimi, offrendo così un rendimento lordo annuale dell’1,015%.

Queste obbligazioni ENEL sostenibili offrono all’investitore una cedola maggiorata dello 0,25% nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, legati alla transizione ecologica.

Nel frattempo, la controllata ENEL Finance International lanciava un’offerta pubblica volontaria con ad oggetto quattro obbligazioni ENEL convenzionali in circolazione e fino all’importo di 1 miliardo. Con entrambe le operazioni, la compagnia intende ridurre il debito, accrescendo la quota legata agli investimenti ambientali.

Obbligazioni ENEL meno redditizie dei BTp

Inoltre, la struttura finanziaria ne risulterebbe migliorata, se è vero che l’offerta di riacquisto riguarda obbligazioni ENEL con cedole dall’1,4% fino al 5%. Il risparmio sui tassi è evidente, considerato che le obbligazioni ENEL sostenibili appena emesse abbiano una cedola media ponderata inferiore allo 0,60%. Peraltro, la durata media del debito societario ne risulta allungata.

Se confrontiamo queste obbligazioni ENEL sostenibili con i BTp, ci accorgiamo che i rendimenti offerti siano più avidi. La scadenza sovrana a 6 anni si aggira oggi intorno allo 0,27%, quella a 9 anni allo 0,65% e quella a 15 anni all’1,22%. Ne consegue che ENEL abbia offerto sulle tre tranche rispettivamente 9, 12 e 20 punti base in meno. Da cosa dipendono questi risparmi? Certamente, dai migliori rating: BBB+ per S&P, A- per Fitch e Baa1 per Moody’s.

I BTp non sono giudicati da alcuna delle tre suddette agenzie con almeno una A. Ma mentre la ripresa del PIL dovrebbe coincidere con un calo dei prezzi sovrani, gli effetti sulle obbligazioni ENEL sostenibili e ordinarie sarebbero positivi. I maggiori consumi energetici, specie da parte delle imprese con il ritorno ai livelli ordinari di produzione, aumenterebbero i ricavi e sosterrebbero, quindi, le quotazioni dei bond per via del minore rischio di credito percepito sui mercati.

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