Ti asterresti dal comprare un bond con un rendimento superiore al 9% ed emesso da un organismo sovranazionale della massima affidabilità in termini creditizi? La risposta sembra scontata, se non fosse per il piccolo particolare che la valuta di denominazione sia il rand sudafricano. Stiamo parlando delle obbligazioni della Banca Mondiale zero coupon, ossia senza cedola, con scadenza 29 maggio 2035 (ISIN: XS1238805102). Il loro debutto sul mercato avvenne nel maggio del 2015, ben nove anni fa. Il titolo ebbe una durata iniziale di venti anni, sebbene adesso ne abbia una di undici.

Obbligazioni Banca Mondiale quasi raddoppiate di prezzo

Queste obbligazioni della Banca Mondiale non staccano alcuna cedola, per cui l’investitore deriva il proprio guadagno esclusivamente dal fattore prezzo. Quello iniziale fu di appena 17,50 centesimi. In pratica, per un lotto minimo di 10.000 rand, si pagò appena 1.750 rand. Oggi, la quotazione di mercato sfiora i 32 centesimi. Il rialzo è stato dell’82,5%. Anche se sono passati nove anni, sembra cospicuo. Ma è davvero così?

Rendimento effettivo nulla dall’emissione

Ricordatevi che dobbiamo ragionare in euro, la nostra valuta. Ebbene, quando le obbligazioni vennero emesse dalla Banca Mondiale, il cambio era di 13,35 rand per 1 euro. A quel tempo, potemmo comprare un lotto minimo per appena 131 euro. Oggi, il cambio è salito a circa 19,90 contro 1 euro. Significa che la valuta emergente ha perso terreno contro la moneta unica. Il nostro capitale, pur rivalutatosi di oltre l’80%, vale poco più di 160 euro. A conti fatti, siamo in presenza di un rendimento effettivo lordo del 22,5%.

Meglio poco di niente. Ma è anche vero che stiamo parlando di un rendimento al lordo sia dell’imposta che dell’inflazione. In questi ultimi nove anni, stando all’Istat, in Italia i prezzi al consumo sono aumentati intorno al 19,5%. E questo sarebbe stato anche il nostro rendimento al netto della trattenuta fiscale del 12,50%. In altre parole, le obbligazioni della Banca Mondiale non ci avrebbero reso alcunché.

L’investimento ci avrebbe semplicemente consentito di difendere il potere di acquisto del capitale.

Rendimento attuale all’11%

Se acquistassimo oggi? Le obbligazioni della Banca Mondiale ci renderebbero intorno all’11%. E quale dovrebbe essere il cambio massimo, oltre il quale il valore del capitale investito risulterebbe inferiore al costo sostenuto? I conti sono facili da fare: alla scadenza di maggio del 2035, i 10.000 rand dovranno valere almeno i circa 160 euro spesi oggi. E ciò avverrebbe con un tasso di cambio non superiore a 62,26. In pratica, potremmo permetterci un deprezzamento della valuta emergente contro l’euro di un altro 68% da qui a undici anni.

Considerate che, in media, il rand ha perso il 2,5% all’anno contro l’euro nell’ultimo decennio. A questi ritmi, da qui alla scadenza perderebbe intorno al 31%. Riusciremmo, in buona sostanza, a ricavare valore dall’investimento nelle obbligazioni Banca Mondiale. D’altra parte, il nostro obiettivo non sarebbe di certo soltanto di evitare le perdite secche. Dovremmo almeno riuscire ad ottenere un rendimento netto reale positivo.

Obbligazioni Banca Mondiale esposte al rischio politico

Dunque, il fattore cambio si rivelerà essenziale. Esso dipende da numerosi fattori e, a breve, un driver potranno essere le elezioni in Sudafrica. L’African National Congress potrebbe perdere la maggioranza assoluta dei seggi all’Assemblea Nazionale per la prima volta dalla fine dell’apartheid nel 1994. Sudafrica al bivio. Il futuro sarebbe incerto, dato che il partito di maggioranza relativa avrebbe modo di stringere alleanze alla sua destra con le opposizioni o alla sua sinistra con i movimenti radicali contrari al capitalismo. L’esito per le obbligazioni della Banca Mondiale non è scontato.

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