Proseguono con interesse le sottoscrizioni di obbligazioni emesse da paesi africani. Nonostante la Fed si appresti a rialzare il costo del denaro dopo ben sei anni, molti stati africani puntano a finanziare il proprio debito in dollari confidando in buoni ritmi di crescita economica e stabilità politica. Dopo il record toccato nel 2013, sono infatti proseguiti, sia l’anno scorso che quest’anno i lanci di obbligazioni governative da parte di stati africani in forte sviluppo e che solo dieci anni fa non avevano i minimi requisiti per potersi affacciare sui mercati internazionali.

Così pochi giorni fa ha fatto il suo debutto nel mercato dei capitali anche l’Angola, ex colonia portoghese dell’Africa Centrale. La Repubblica dell’Angola, indipendente dal 1975, con una popolazione di 19 milioni di abitanti, ha infatti prezzato con successo presso investitori istituzionali un bond decennale da un miliardo e mezzo di dollari (richieste per 2,6 miliardi), grazie anche all’ausilio di due grandi banche d’affari, come Deutsche Bank e Goldman Sachs.   Obbligazioni Repubblica di Angola 9,50% 2025   Il bond Repubblica di Angola (XS1318576086) è stato emesso in dollari americani (Usd) presso investitori qualificati. In attesa della sua quotazione presso la borsa irlandese, il titolo viene scambiato sul mercato non regolamentato OTC (over the counter) intorno alla pari per un rendimento lordo a scadenza del 9,5%. Il bond senior è negoziabile per importi minimi di 200.000 dollari con multipli aggiuntivi di 1.000 e offre una cedola fissa pari al 9,50% che viene staccata su base semestrale il 12 maggio e il 12 novembre, mentre il rimborso è previsto in unica soluzione nel 2025. Il rating speculativo assegnato al Angola è B+ e Ba2 rispettivamente da Stardanrd & Poor’s e Moody’s. Nonostante il forte ritmo di crescita degli ultimi anni – osservano gli analisti – l’Angola resta uno dei paesi più poveri dell’Africa con un reddito pro capite di 5.300 dollari alla fine del 2013.
In un recente report del Fondo Monetario Internazionale, per l’Angola il rischio insolvenza è basso, in considerazione anche del rapporto debito/pil stimato al 44% per il 2015, tuttavia Luanda dispone di un basso livello di riserve e la capacità di incrementarle è legata all’export e alla capacità di attrarre capitali.   Petrolio e diamanti spingono il PIL dell’Angola   L’Angola, pur essendo un paese povero, è comunque, grazie alle sue risorse, tra i paesi più sviluppati dell’Africa Centrale. Il PIL è tra i più elevati della zona e nel 2001 fu pari a 9472 dollari USA. Anche a causa della lunga guerra civile, meno del 3% delle terre potenzialmente arabili sono attualmente coltivate. Esistono alcune piantagioni fiorenti di caffè. Da segnalare anche la pesca, che frutta annualmente circa 250.000 T. di pescato. Le risorse minerarie principali sono i diamanti, il bitume, il sale marino, il gas naturale, i fosfati, il ferro e soprattutto il petrolio, che pesa ormai per il 50% sul PIL del paese e per il 90% sulle esportazioni. Le industrie presenti, ancora in via di sviluppo, sono costituite essenzialmente da raffinerie, cementifici, zuccherifici. Nel 2001 è stata inaugurata la nuova zona industriale di Luanda. Il settore petrolifero rappresenta la spina dorsale dell’economia del paese. L’Angola e’ il quarto produttore mondiale di diamanti, con un’estrazione totale che avrebbe raggiunto 10 milioni di carati nel 2008, destinata ad aumentare fino a 15 milioni di carati nei prossimi anni.