E’ stata una giornata particolarmente positiva ieri per il mondo TIM. Le azioni in borsa sono arrivate a guadagnare a doppia cifra dopo che il fondo americano Kkr ha presentato un’offerta per rilevare una quota di NetCo, la società che all’interno della compagnia si occupa di gestire la rete, nonché le attività di Sparkle, i cavi sottomarini da cui passano le comunicazioni istituzionali sensibili. L’offerta non vincolante valorizza l’asset 20 miliardi di euro. Per tutta risposta anche l’obbligazione TIM emessa a gennaio ha corso.

La quotazione è salita di circa l’1,50% a più di 102, vedendo così scendere il rendimento lordo al 6,35%. Il bond ha scadenza 15 febbraio 2028 e cedola 6,875% (ISIN: XS2581393134), per cui presenta una durata di cinque anni.

Alle condizioni di ieri, l’obbligazione TIM senior unsecured offriva un premio di 286 punti base o 2,86% sul BTp a 5 anni e di 339 punti o 3,39% sul tasso “midswap”. Si tratta di valori significativamente inferiori a quelli vigenti nel giorno dell’emissione. In effetti, mentre i tassi di mercato sono saliti nelle ultime sedute, il rendimento del titolo è sceso di oltre mezzo punto percentuale, accorciando le distanze con i tassi medi di mercato.

Obbligazione TIM sale anche per opzione put

Qual è il legame tra boom della quotazione e offerta di Kkr? Anzitutto, questa consente alla compagnia di incassare liquidità preziosa da destinare eventualmente all’abbattimento del debito, il quale peraltro risulterebbe circa dimezzato a seguito dello scorporo della rete. Ma c’è una questione maggiormente stringente. L’obbligazione TIM emessa a gennaio consente al possessore di esercitare la facoltà di rimborso anticipato in due casi specifici: se la compagnia è acquisita da terzi e/o se cede NetCo. L’offerta di Kkr realizza proprio questa seconda previsione. In questo caso, l’opzione put fissa a 101 il prezzo della cessione, cioè sopra la pari.

Paradossalmente, però, la corsa dell’obbligazione TIM sul mercato secondario rende attualmente non conveniente l’esercizio della facoltà. In effetti, l’obbligazionista si ritroverebbe a rivendere alla stessa compagnia il bond ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Mantenerlo in portafoglio garantirebbe, invece, una cedola sostanziosissima e un rendimento ancora più relativamente interessante rispetto a qualche settimana fa. Il taglio minimo fu fissato a 100.000 euro, per cui parliamo di un investimento nei fatti riservato al mercato istituzionale (banche, assicurazioni, fondi, asset manager).

Va considerato, infine, che nelle fasi di rialzo dei tassi di mercato il comparto delle utilities tende a risentirne maggiormente per via degli elevati livelli di indebitamento necessari a provvedere agli investimenti. Pertanto, l’alto rendimento dell’obbligazione TIM riflette un peggioramento delle condizioni finanziarie relativamente più marcato per gli emittenti della telefonia. E questo discorso vale al netto delle specificità dell’ex monopolista italiano.

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