Il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, ha reso noto che presto sarà emesso un nuovo Eurobond con l’obiettivo di finanziare un piano di infrastrutture. Tra l’altro, il primo cittadino punta a costruire un inceneritore e a potenziare la metropolitana cittadina, costruendo una nuova linea che colleghi i distretti di Beylikduzu e Sefakoy. Il costo del piano è stimato in 1 miliardo di dollari.

La città di Istanbul emise nel 2020 un Eurobond in dollari a 5 anni, in scadenza il 9 dicembre 2025 e con cedola 6,375% (ISIN: XS2010029234) per l’importo di 580 milioni.

Allora, raccolse ordini per 2,4 miliardi ed esitò un rendimento del 6,6%. Tuttavia, alle attuali quotazioni inferiori a 93,50 centesimi, lo stesso titolo oggi rende l’8,56%. Risulta deprezzatosi di quasi il 6% nell’ultimo mese, a causa principalmente della tempesta finanziaria che sta travolgendo la lira turca. A inizio anno, stava a una quotazione superiore a 102.

Eurobond Istanbul, rischi politici e finanziari

Il debito di Istanbul è classificato come “non investment grade” da parte delle principali agenzie di rating: BB- per Fitch e B2 per Moody’s. Significa che il rischio default teoricamente è ritenuto elevato, sebbene i giudizi negativi derivino perlopiù dal basso rating sovrano turco. Nell’area metropolitana di Istanbul risiedono 16 milioni di abitanti, quasi un sesto dell’intera Turchia.

L’Eurobond di Istanbul, però, si presta a rischi non indifferenti. Per prima cosa, esso sarà denominato in valuta estera e se da un lato ciò ci tranquillizza rispetto all’opzione di finanziare la città in lire turche, dall’altro ci espone a uno scenario avverso. Infatti, se la lira turca continuasse a precipitare, il Comune non avrebbe sufficienti risorse per rimborsare il debito estero. Esso raccoglie le tasse e i finanziamenti nazionali in valuta locale.

C’è di più. Imamoglu è esponente del CHP, il Partito Popolare Repubblicano avversario dell’AKP del presidente Erdogan, a cui ha sfilato la guida di Istanbul dopo 25 anni.

Egli potrebbe sfidare proprio Erdogan alle prossime elezioni presidenziali. E proprio la sua popolarità rappresenta una minaccia per l’Eurobond di prossima emissione. Come ha ammesso lo stesso sindaco, in carica dal 2019, le banche gli hanno chiuso i rubinetti della liquidità, non consentendogli di rifinanziare i debiti in scadenza. Di fatto, l’emissione sarebbe un po’ una mossa obbligata per sfuggire alla crisi di liquidità altrimenti certa e segnala quanto la politica nazionale pesi sulla stabilità finanziaria della città.

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