Il Tesoro ha raccolto tutti i 9,25 miliardi di euro preventivati alla vigilia con l’emissione di cinque titoli di stato a medio-lungo termine, tra cui spicca il nuovo BTp a 7 anni (ISIN: IT0005595803). Questo bond è stato offerto per un ammontare di 4,5 miliardi di euro, il massimo della forchetta di 4-4,5 miliardi fissata prima dell’asta. Le richieste sono state pari a 6,18 miliardi, 1,37 volte l’offerta. La scadenza in oggetto ha data 15 luglio 2031 e stacca su base semestrale una cedola annuale lorda del 3,45%.

Il prezzo di aggiudicazione è stato di 99,74 centesimi, per cui il rendimento lordo esitato risulta del 3,52%. A febbraio, l’attuale “benchmark” a 7 anni con scadenza febbraio 2031 aveva esitato un rendimento del 3,53%.

Rendimento netto reale atteso positivo

Il nuovo BTp a 7 anni si mostra allettante per i risparmiatori italiani. Al netto della trattenuta fiscale del 12,50%, il rendimento resta sostenuto: 3,08%. E poiché l’inflazione italiana attesa nel medio-lungo termine attualmente è bassa, qualcosa come l’1,10% medio annuo, il bond offrirebbe un rendimento netto reale vicino al 2%.

Con il taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE), quasi certo a giugno, i rendimenti obbligazionari potrebbero scendere ulteriormente nei prossimi mesi. E i prezzi, che si muovono in senso opposto, tornerebbero a salire. Considerate anche che i BTp a 7 anni hanno offerto in media l’1,75% nell’ultimo decennio. Tuttavia, stiamo parlando di un periodo quasi interamente occupato da una politica monetaria ultra-espansiva. Il ritorno a quei tempi sembra remoto. L’inflazione nell’Area Euro, per quanto tenderebbe al target del 2%, non scenderebbe ai livelli storicamente bassi del decennio passato.

BTp 7 anni riferimento per debito pubblico

Il BTp a 7 anni si conferma un buon asset per i risparmiatori. Esso offre un orizzonte temporale in linea con le loro esigenze. Sappiamo anche che questa scadenza coincide con la durata media ponderata dei titoli del debito pubblico italiano.

A questi rendimenti, l’intero stock costerebbe a regime a tutti noi contribuenti più di 100 miliardi all’anno. Parliamo di oltre una ventina di miliardi in più rispetto alla spesa per interessi sostenuta lo scorso anno. Tuttavia, è probabile che tale costo medio si abbassi già dai prossimi mesi con il taglio dei tassi BCE.

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