C’è ufficialmente un nuovo sovrano a Londra con l’incoronazione di Re Carlo III, avvenuta sabato 6 maggio all’abbazia di Westminster. Il lunghissimo regno di Elisabetta II si concluse nel settembre dello scorso anno dopo 70 anni esatti. Ed è probabile che il nuovo bond a 40 anni che il Regno Unito emetterà nei prossimi giorni tramite collocamento sindacato sopravviva all’attuale monarca. La scadenza è stata fissata, infatti, per il mese di ottobre del 2063, quando questi avrebbe quasi 115 anni. Ma i Windsor sono longevi, si sa, per cui mai dire mai.

Tornando seri, l’United Kingdom Debt Management Office di Londra ha annunciato che la prossima settimana si terrà l’emissione del titolo ultra-lungo.

Probabile emissione sotto pari

Sappiamo anche che questi offrirà una cedola annua fissa lorda del 4%, la più alta emessa dal Regno Unito sin dal 2009. L’ultima volta che fu offerto tale tasso fu proprio quell’anno, a proposito di un bond a 40 anni in scadenza nell’ottobre del 2060 (ISIN: GB00B54QLM75). Oggi, questo titolo sul mercato secondario viene scambiato per quasi 97,50 centesimi, cioè decisamente sotto la pari. Il rendimento lordo esitato dalla quotazione è di poco inferiore al 4,20%.

Possiamo supporre, quindi, che il nuovo bond a 40 anni del Regno Unito esiti al collocamento un rendimento anche superiore al 4,20%. Dunque, l’emissione avverrebbe sotto la pari. Sarebbe un motivo in più per farci un pensierino. E’ vero, il 4% non è tanto se pensiamo che il nostro BTp a 10 anni offre in questi giorni anche il 4,30%. E si tratterebbe per noi di un investimento privo del rischio valutario. Infatti, il bond a 40 anni di Londra sarà emesso in sterline inglesi. Da qui alla scadenza, ammesso che volessimo attenderla, non è neppure immaginabile quale possa essere il tasso di cambio tra euro e sterlina.

Nuovo bond 40 anni Regno Unito cedola 4% per diversificare portafoglio

Fatto presente ciò, va detto che la diversificazione del portafoglio obbligazionario è importante per ridurre i rischi e approfittare di eventuali opportunità all’infuori dell’Area Euro.

A maggior ragione che il Regno Unito non fa più parte dell’Unione Europea a seguito della Brexit, il suo debito può considerarsi un asset più interessante per puntare su un’economia differente. Attenzione, perché il nuovo bond a 40 anni non sarebbe il più longevo tra i titoli di stato britannici. L’anno scorso, Londra emise il Gilt 2073 con cedola 1,125% (ISIN: GB00BLBDX619). Oggi, la sua quotazione giace sotto 40 centesimi, pur in recupero dai minimi di ottobre ad appena 34 centesimi.

Questa scadenza a 50 anni offre un rendimento lordo del 3,88%. Come vediamo, esso è inferiore al rendimento offerto dal bond a 40 anni. Un po’ perché la curva è piatta o persino invertita sul tratto ultra-lungo, non solo nel Regno Unito. Un po’ anche perché i titoli a 30 e 50 anni risultano più popolari tra i fondi d’investimento rispetto a quelli a 40 anni. La bassa cedola offerta, tuttavia, rende questo bond poco appetibile. Rapportata al prezzo, si aggira a poco più del 2,80%. Solo la risalita dei prezzi offrirebbe opportunità di guadagno più cospicue nell’ottica di un disinvestimento anticipato.

Nelle ultime settimane, la sterlina ha guadagnato terreno verso l’euro. Il motivo è semplice. La Banca d’Inghilterra potrebbe dover alzare i tassi d’interesse più a lungo della Banca Centrale Europea, al fine di battere un’inflazione ancora in doppia cifra a marzo. Ciò deprime, d’altro canto, le quotazioni dei bond britannici e costringe il Regno Unito a fissare una cedola elevata per il nuovo bond a 40 anni. Musica per le orecchie di chi punterebbe a un investimento prettamente speculativo.

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