Il Tesoro ha raccolto ieri 9 miliardi di euro, il massimo della forchetta fissata alla vigilia per l’asta dei titoli di stato a medio-lunga scadenza. Tre i bond offerti agli investitori. C’era l’ottava tranche del BTp a 5 anni, scadenza 1 aprile 2028 e cedola 3,40% (ISIN: IT0005521981) per 2,5 miliardi. Il titolo ha esitato un rendimento del 3,77% sulla base di un prezzo di aggiudicazione di 98,47 centesimi. E c’è stato anche il lancio del nuovo BTp a 10 anni, scadenza 1 novembre 2033 e cedola 4,35% (ISIN: IT0005544082).

L’importo offerto è stato di 5 miliardi, attirando offerte per 6,61 miliardi. Il prezzo esitato è stato di 99,85 centesimi, cioè leggermente sotto la pari come da nostra previsione. Il rendimento annuo lordo alla scadenza è risultato, quindi, del 4,42%.

Rispetto al decennale “benchmark” attuale con scadenza 1 maggio 2033, il premio offerto dal nuovo BTp è stato nell’ordine di 14 punti base o 0,14%. Come sappiamo, l’emissione di ieri offre una cedola annua lorda dello 0,05% più bassa dell’attuale decennale. Ciò lascia intendere che il Tesoro per i prossimi mesi si aspetti rendimenti tendenzialmente più bassi e non più alti su questo tratto della curva. Vedremo se avrà avuto ragione da qui alla fine dell’anno.

Nuovo BTp 10 anni con rendimento netto reale positivo

Dicevamo, i titoli offerti sono stati tre. Oltre al BTp a 5 anni e al nuovo BTp a 10 anni, c’è stata la terza tranche del CcTeu con scadenza 15 ottobre 2028 e cedola pari allo 0,80% più l’Euribor a 6 mesi (ISIN: IT0005534984). In questo caso, l’importo offerto è stato di 1,5 miliardi. Il prezzo esitato è stato di 99,24 centesimi, corrispondente a un rendimento annuo del 4,45% comprensivo dell’Euribor a 6 mesi. Al netto di tale componente, invece, il rendimento scende al 0,96%. Come segnalato in un articolo pubblicato alla vigilia dell’asta, ciò riflette l’attesa di un Euribor a 6 mesi medio del 2,80% da qui alla metà di ottobre del 2028.

Questo tasso di mercato è salito al 3,65%, il dato più alto dalla fine del 2008.

Tornando al nuovo BTp a 10 anni, siamo dinnanzi a un investimento impensabile fino a pochi anni fa. Al netto dell’imposta del 12,50%, l’obbligazionista riceverà un rendimento annuale superiore al 3,80%. Se la Banca Centrale Europea riuscirà a centrare il target d’inflazione del 2% nel medio termine, il rendimento netto reale sarebbe dell’1,80%. Anche immaginando che l’inflazione in Italia resti più alta del target nel medio termine, da qui alla scadenza è assai probabile che il nuovo BTp decennale riesca a generare un rendimento netto reale decisamente positivo. La tutela del potere di acquisto del capitale sarebbe salva.

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