E’ la quarta emissione dell’anno per Unicredit, che già aveva collocato sul mercato nuove obbligazioni nei mesi di gennaio, febbraio e marzo. L’offerta è in corso dal giovedì 18 aprile e resterà attiva fino al venerdì 3 maggio (ISIN: IT0005592818). Durante questo periodo, gli investitori avranno la possibilità di acquistare il bond alla pari, cioè al 100% del suo valore nominale. Il taglio minimo è fissato in 10.000 euro, cosa che rende l’investimento accessibile ai più, pur non alla portata probabilmente di tutte le tasche.

Subito dopo l’emissione sarà possibile negoziare il titolo sul segmento MoT e Bond-X di Borsa Italiana.

Obbligazioni Unicredit, caratteristiche

E veniamo alle caratteristiche salienti delle nuove obbligazioni Unicredit. Hanno una durata di 13 anni. A fronte della data di emissione del 17 aprile 2024, la scadenza è fissata per il 17 aprile del 2037. Le cedole saranno fisse e pari al 9,40% annuo lordo per i primi due anni. Dal terzo anno e fino alla scadenza, le cedole diventeranno variabili e pari all’Euribor a 3 mesi. Tuttavia, l’emittente ha previsto un “floor” pari a 0 e un “cap” del 9,40%. I pagamenti saranno sempre annuali e posticipati.

Cosa significa? Le obbligazioni Unicredit adottano un meccanismo cosiddetto “fixed to floater”. Esso consiste nell’erogare cedole fisse per un primo periodo e variabili dopo. E nello specifico, esiste una garanzia a favore dell’obbligazionista: non riceverà mai un tasso annuo lordo inferiore a zero, anche nel caso in cui l’Euribor a 3 mesi scendesse su valori negativi. E’ stato così tra la fine del 2015 e l’estate del 2022. Oggi, uno scenario simile appare remoto. In ogni caso, lo scudo c’è. D’altra parte, la cedola non potrà nemmeno risultare superiore al 9,40% per il caso in cui l’Euribor a 3 mesi superasse tale soglia.

Euribor a 3 mesi, andamento storico

Euribor a 3 mesi, andamento storico © Licenza Creative Commons

Cedole legate ai tassi, cosa sapere

Va detto che “floor” e “cap” non appaiono affatto simmetrici.

In effetti, le probabilità che l’Euribor a 3 mesi scenda sottozero risultano superiori alle probabilità che superino il 9,40%. Questo è quanto si evince dallo storico del grafico dei tassi. Anzi, in sole due occasioni e per periodi assai brevi è stata superata (e di poco) la soglia del 5%. Agli inizi del millennio, in coincidenza con lo scoppio della bolla dot.com e con il crac di Lehman Brothers nel 2008.

Due scenari estremi asimmetrici

Perché vi diciamo questo? Per capire se le nuove obbligazioni Unicredit siano un’opportunità d’investimento apprezzabile o meno per i risparmiatori comuni, bisogna calcolarne il possibile rendimento. Supponendo lo scenario peggiore, cioè di un Euribor a 3 mesi sempre pari a zero dall’aprile del 2026 fino all’aprile del 2036, otteniamo un rendimento lordo medio annuale di appena l’1,07% netto. Va da sé che non riusciremmo molto probabilmente nemmeno a coprire l’inflazione del periodo.

Immaginando, invece, lo scenario migliore, ossia di un Euribor a 3 mesi sempre pari o superiore al 9,4% dall’aprile 2026 fino all’aprile del 2036, il rendimento netto all’emissione risulterebbe del 6,96%. Un livello molto elevato e con ogni probabilità nettamente positivo anche in termini reali. Tuttavia, per quanto sopra spiegato, dovremmo considerare altamente improbabile lo scenario migliore. Volendo immaginare, invece, un Euribor a 3 mesi in media sempre ai livelli attuali (3,90%), il rendimento netto si attesterebbe in area 3,50%. Sarebbe sostanzialmente ai livelli del BTp 2037. In pratica, nessun premio sui rendimenti dei titoli di stato.

Obbligazioni Unicredit giù con taglio dei tassi?

In conclusione, sebbene non possiamo conoscere a priori il rendimento medio delle nuove obbligazioni Unicredit, in base all’andamento storico dei tassi possiamo immaginare che essi si collochino nella parte medio-bassa della forchetta indicata dall’emittente. Le cedole iniziali saranno anche molto elevate, ma non bisogna limitarsi ad esse.

I prezzi sul mercato secondario potrebbero scendere con il taglio dei tassi di interesse. Un fatto paradossale, considerato che le obbligazioni tendano ad apprezzarsi con l’allentamento monetario. Ma essendo le cedole legate proprio ai tassi a breve, le quotazioni non potranno che risentirne negativamente. A quel punto, però, sarebbe il mercato a determinare il rendimento in base alle proprie aspettative sui tassi.

[email protected]